sta invece cercando di ritornare alla normalità superando la moratoria di sei mesi sulle trivellazioni in acque profonde. La sospensione delle attività è stata imposta in seguito al disastro del pozzo di Macondo gestito dalla BP, che ha riversato nel Golfo del Messico 4,1 milioni di barili di petrolio, uccidendo anche 11 persone. Come già accaduto la volta precedente, la compagnia petrolifera responsabile dell’impianto, la Mariner Energy, ha subito dichiarato che non c’è alcuna fuga di greggio dall’impianto e che la struttura è in manutenzione e non è operativa. In realtà il capitano della Guardia Costiera, Peter Troedsson, ha subito fatto sapere che era presente una macchia di petrolio pur non dando direttamente la colpa alla compagnia. Fortunatamente sembra trattarsi di un allarme assai contenuto: i pozzi sono stati chiusi prima dell’evacuazione della piattaforma e gli equipaggi di tre pescherecci antincendio sono riusciti a spegnere le fiamme dopo circa cinque ore. Questo perchè la piattaforma Vermilion Bay estrae acqua a circa 105 metri di profondità e dunque le operazioni di ripristino e assistenza in caso di problemi sono più semplici che non nel caso della Deepwater Horizon che invece si trova a circa 320 metri di profondità. La maledizione che aleggia sulla Louisiana sembra non voler ancora dare tregua alla nazione. (Fonte CertineWs)