Il tutto è reso visibile da un bersaglio affisso all’entrata del sito culturale e diviso in 4 quadranti, ciascuno per ogni criterio sopra indicato, in cui sono rappresentati con un punteggio da un minimo di 1 a un massimo di 5 i valori raggiunti per ognuno. Risultato dell’operazione è da un lato una migliore informazione al pubblico, che sa cosa aspettarsi, dall’altro un rapporto tecnico ai responsabili della conduzione del bene culturale. La certificazione deriva da tre fonti: l’autovalutazione dei responsabili, che ha visto una proficua collaborazione fra Comune e Zètema, il giudizio dei valutatori internazionali di HERITY e l’opinione del pubblico. Applicato all’estero (Spagna, Portogallo, Brasile) e presente in 27 Paesi, questo sistema è stato sperimentato per la prima volta in Italia in situazioni molto diverse tra loro: dalla certificazione di realtà come gli Ecomusei della Provincia di Torino o il sistema museale di Sardara in Sardegna, passando per 43 musei del sistema museale della Regione Lazio. Ma per il Comune di Roma non è la prima volta: nel 2006 sono stati certificati HERITY 12 luoghi simbolo del centro storico di Roma, come il Pantheon ed il Palazzo del Quirinale, confluiti nella “Carta dell’Itinerario HERITY I”, tradotta in 8 lingue, affissa e distribuita in tutti i Punti d’Informazione Turistica e presente sul sito web del Comune da poco rinnovato. Mentre si prosegue anche nel centro storico di Napoli, per la Capitale il prossimo appuntamento sarà proprio la seconda tranche dei musei gestiti da Zètema, fra cui l’Ara Pacis. (Fonte Il Velino)