L’apparecchio erogatore pare fosse stato collaudato da pochi giorni. Sulla vicenda indaga anche la commissione nazionale per gli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando, l’assessorato alla Sanità e la direzione del Policlinico. Dai primi accertamenti si profila la responsabilità dell’azienda che ha curato l’installazione dell’impianto. Il direttore generale del Policlinico era subito intervenuto elogiando il comportamento dei medici che resisi conto che il bambino rischiava il soffocamento avevano interrotto l’erogazione, trasferendolo subito in rianimazione. Le condizioni del neonato sono ora giudicate in netto miglioramento, ma ovviamente bisognerà attendere alcuni giorni per valutare eventuali altri danni collaterali. I medici hanno però escluso elementi di criticità per gli organi vitali. Il padre del bambino non ha ancora presentato una denuncia. Sul caso è intervenuto anche Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale che richiama il tragico precedente del 2007 a Castellaneta in Puglia che causò la morte di 8 pazienti. Dall’inizio degli anni ’90 esistono semplici apparecchi portatili per controllare quale gas esce da un tubo prima di collegarvi un paziente. Perché non renderli obbligatori nelle nostre sale operatorie?. (Fonte CertineWs)