Una massa inarrestabile di acqua torbida e fangosa satura di detriti dalla quale affiorano automobili, o quel che ne resta, pezzi di tetti di case, pali elettrici che procede rapida trascinando e distruggendo senza risparmio ogni cosa che incontra. Immagini che rievocano quelle del disastroso tsunami che colpì l’Indonesia nel 2004 immortalate nell’ultimo film di Clint Eastwood ‘Hereafter’ Completamente inondata la pista dell’aeroporto di Sendai (a nord della capitale Tokyo). Così come l’enorme parcheggio del parco divertimenti di Disneyland, nella regione di Tokyo. L’allarme tsunami – si tratta di un’onda anomala che come ha detto la Croce rossa da Ginevra è più alta di alcune isole del Pacifico – e stato decretato in tutto l’Oceano tranne che per Stati Uniti e Canada continentali. In particolare è in vigore in Russia, Taiwan, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda, Figi, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù.
Lo tsunami si è spinto fino a 5 chilometri all’interno della prefettura di Fukushima secondo quanto ha riferito la tv pubblica Nhk.
Un ente russo ha affermato che non vi sono indizi di alcuna perdita di sostanze pericolose da impianti nucleari giapponesi in seguito al terremoto e allo tsunami che hanno colpito oggi il prospiciente Giappone. «Abbiamo fatto calcoli in relazione alla diffusione di una possibile fuoriuscita di radiazioni e abbiamo appurato, in primo luogo, che non ci sono state perdite», ha detto all’agenzia Interfax il capo del Servizio di monitoraggio idrometeorologico e ambientale russo, Alexander Frolov.
Un grande incendio è divampato però all’ impianto petrolchimico di Shiogama, nella prefettura di Miyagi, dove sono in corso i tentativi per domare le fiamme. Lo dice la tv nipponica Nhk.
Secondo quanto riporta l’agenzia Kyodo news è stata chiesta l’evacuazione di 2.000 residenti nei pressi della centrale nucleare di Fukushima
Le autorità della prefettura di Fukushima, secondo quanto riporta l’agenzia Jiji hanno diramato l’appello per quanti vivono in un raggio di due chilometri dalla centrale nucleare a causa delle possibili perdite radioattive dovute all’abbassamento del livello dell’acqua nel reattore.