Nella notte italiana le telecamere della tv giapponese hanno mostrato una colonna di fumo bianco sul reattore numero 2: secondo il portavoce dell’agenzia per la sicurezza nucleare nipponica, Hidehiko Nishiyama, potrebbe essere questo il segno dell’inizio del surriscaldamento delle barre di combustibile anche di questo reattore. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Yukiyo Amano è arrivato in Giappone per verificare personalmente la situazione di Fukushima. Nel suo primo commento ha definito la situazione “seria e grave”, tanto che uno dei primi provvedimenti messi in atto dall’Agenzia è stato l’innalzamento del livello di allarme da 4 a 5 (a Chernobyl l’emergenza fu di livello 7, il massimo della scala). Secondo esperti italiani, inoltre, il nocciolo al momento è “parzialmente scoperto e parzialmente fuso”.
I tecnici hanno ammesso esplicitamente che, per evitare una catastrofe atomica, l’unica soluzione potrebbe essere quella di “seppellire” l’impianto con una colata di cemento: è, questo, lo stesso metodo utilizzato a Chernobyl nel 1986. La società che gestisce la struttura, la Tepco, ha riconosciuto che seppellire sotto una colata di cemento l’enorme complesso possa essere un’opzione, e la notizia è un segnale che le frammentarie azioni per raffreddare i stanno avendo poco successo. “Non è impossibile racchiudere i reattori sotto il cemento. Ma la nostra priorità adesso è quella di raffreddarli prima”, ha detto un funzionario della Tepco, la Tokyo Electric Power, nel corso di una conferenza stampa.
Alle 6:46, ora italiana, il Giappone si è fermato per un minuto. Silenzio per sessanta secondi, a una settimana dal primo fortissimo terremoto di 8.9 gradi. Dopo la scossa, il terrore venne dal mare: lo tsunami ha spezzato migliaia di vite, distrutto tutto, piegato un’economia che già tentennava per l’ipervalutazione dello yen. Il Giappone, sin da subito, ha reagito: in maniera composta, disciplinata, pacata, tutti si stanno dando da fare per aiutare la popolazione e i sopravvissuti a una tragedia le cui proporzioni sono ancora ignote. Al momento si contano 6.911 morti e almeno 10.754 dispersi, ma il bilancio è provvisorio e si teme che possa superare le 20mila persone. Di certo c’è il fatto che il numero delle vittime ha già superato quelle provocate dal sisma Kobe del 1995, quando morirono 6.434 persone.
I mezzi delle forze nipponiche impegnati nel tentativo di raffreddare la centrale di Fukushima-1 hanno smesso, per oggi, di spruzzare acqua contro il reattore 3, quello che suscita le maggiori preoccupazioni. “Abbiamo concluso”, ha annunciato il generale Shigeru Iwaski, capo di stato maggiore delle Forze di autodifesa aeree. I lavori sono stati interrotti alle 15 locali, in Italia erano le 7 del mattino. L’ufficiale ha spiegato che i lanci d’acqua hanno raggiunto il reattore, ed ha poi assicurato che i livelli di esposizione radioattiva non sono tali da impedire le operazioni sul sito. “Si tratta al massimo di qualche millisievert all’ora, non impediscono l’attività”. Nell’ultimo turno di operazioni è entrato in funzione anche un mezzo delle forze armate degli Stati Uniti. Un’altra verità, però è stata raccontata dalla Toden, la società elettrica che gestisce l’impianto di Fukushima, secondo la quale l’abbassamento del livello di radioattività è solo marginale.
L’aeroporto di Sendai, che durante lo tsunami venne letteralmente allagato, è stato riaperto per gli aerei e gli elicotteri al lavoro per l’emergenza. Stanno pian piano riaprendo anche alcuni porti danneggiati e l’autostrada di Tohoku, tra le principali vie di comunicazione del Paese. E’ stato ripristinato anche il collegamento ferroviario tra Morioka e Akita, che attraversa tutta la zona più colpita dal terremoto: al momento, però, la scarsità di carburante continua a incidere sulle operazioni di soccorso. Dallo scalo di Osaka, inoltre, partiranno circa 140 italiani che hanno chiesto di essere rimpatriati: atterreranno a Roma nella notte tra venerdì e sabato.
Tokyo, intanto, accetta gli aiuti internazionali che stanno giungendo da decine di Paesi del mondo. “Ci stiamo coordinando con il governo degli Stati Uniti su quello che gli Stati Uniti possono offrire e su quello di cui la gente ha realmente bisogno”, ha detto il portavoce del governo giapponese Yukio Edano. Gli Usa mettono a disposizione una autopompa militare per l’approvvigionamento idrico ai reattori danneggiati. (CertineWs.it)