Un’operazione che non giunge del tutto inattesa, ma che sorprende per la scelta dei tempi: la decisione di dare l’annuncio nel giorno del vertice italo-francese che ha visti impegnati a Roma Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi e’ stata definita “singolare” dallo stesso premier che pure, parlando in conferenza stampa congiunta con il presidente francese, ha escluso che il Governo di Parigi potesse esserne a conoscenza. “Non considero l’Opa di Lactalis su Parmalat come un’opa ostile”, ha spiegato Berlusconi, per il quale “l’economia deve essere sempre e comunque libera”. “La nostra proposta e’ quella di unirsi per creare grandi gruppi franco-italiani”, e’ il commento di Sarkozy, che si e’ detto convinto che sulla vicenda si debba “trovare una soluzione” e che “i ministri Lagarde e Tremonti la troveranno”.
La reazione della cordata da settimane al lavoro per un’alternativa italiana a Lactalis e’ attesa gia’ nelle prossime ore e i contatti tra le banche (Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit e Bnl) e la Cassa depositi e prestiti, per altro gia’ in agenda in una settimana che si preannunciava calda per Parmalat, fervono da questa mattina, fanno notare fonti finanziarie. In mattinata e’ trapelato per lo piu’ stupore in ambienti vicini alla ‘cordata’, che fino a prima di Pasqua considerava l’ipotesi di un’opa sul 60-70% del gruppo ma non escludeva un accordo con i francesi. Per una contro-opa, che a questo punto dovrebbe verosimilmente coinvolgere l’intero capitale, servirebbero almeno 4,5 miliardi, la cifra minima per un’offerta allo stesso prezzo annunciato da Lactalis. Berlusconi ha auspicato un accordo “con una partecipazione italiana insieme a Lactalis”.
Nell’annunciare l’opa i francesi hanno ribadito l’obiettivo di “realizzare un rilevante progetto industriale” per creare il “primo gruppo mondiale nei prodotti lattiero-caseari” e fare di Parmalat “il gruppo italiano di riferimento nel latte confezionato a livello mondiale con sede, organizzazione e testa in Italia”. Gli agricoltori riuniti nella Cia chiedono a questo punto la “salvaguardia” dei propri interessi e “la difesa del latte italiano”, mentre Federconsumatori e Adusbef invitano a mettere in campo “un’offerta ancora piu’ positiva da parte di una cordata italiana al fine di mantenere ora ed in prospettiva nostre grandi aziende che insistono in un settore strategico”.
I sindacati chiedono che i progetti siano chiari, ma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso sottolinea anche come il caso Parmalat mostri “il limite di un governo che ha negato l’esistenza di una politica industriale e che ha pensato che sul piano della finanza si risolvessero i problemi”. In Borsa il titolo del gruppo di Collecchio si avvia a chiudere allineato al prezzo dell’opa: guadagna il 10,99% a 2,56 euro per azione (giovedi’ aveva chiuso a 2,31 euro, il massimo di giornata e’ a 2,59 euro), con il 7,1% del capitale passato di mano. (fonte CertineWs)