Yasuhiro Otomo, responsabile del Disaster medical assistant team (Dmat), una specie di unità di crisi del ministero della Salute giapponese intervenuta subito dopo il sisma e l’onda anomala che si è abbattuta sulle coste nord orientali, ripercorre i momenti concitati a pochi minuti dal disastro e, oggi a Milano durante la presentazione del XII Congresso europeo di chirurgia d’urgenza e del trauma, in programma fino a sabato, avverte: «La vera emergenza sanitaria è adesso. I pazienti che vivono nelle aree devastate stanno peggiorando. È difficile prestare loro le cure necessarie. E si tratta soprattutto di anziani», spiega. Molti di loro non sono riusciti a mettersi in salvo, nonostante il messaggio diffuso tempestivamente dai media locali che, dopo il sisma, dava un margine di una ventina di minuti prima dell’arrivo dello tsunami. In tutto oltre 100 mila persone versano in queste condizioni difficili e il medico giapponese esprime preoccupazione per i prossimi mesi, «quando la sfida sarà quella di dare supporto a tutte le persone che continuano a vivere in quelle aree distrutte e così difficili da raggiungere. Il grosso problema medico oggi è dover lavorare in condizioni ostili». Una sfida che si rivelerà ancora più difficile dei primi soccorsi, avverte. «In 1.500, fra medici, infermieri e chirurghi, sono accorsi nella zona di Sendai subito dopo il terremoto e lo tsunami. E sono rimasti davvero sorpresi – ricorda Otomo – Tutto era stato spazzato via. I feriti a rischio di vita che si potevano ancora salvare erano pochi. Inizialmente circa 300, ma il numero non è salito di tanto. Si parla in tutto di circa 2.500 persone». Persone con traumi gravissimi, spesso sepolte dalle macerie e difficili da estrarre.
FINANZE, IMPEGNO RICOSTRUZIONE E RIORDINO CONTI
Il Giappone bilancerà la necessità di ricostruzione delle zone devastate dal sisma/tsunami dell’11 marzo «con il riordino dei conti pubblici». È il commento del ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda, in merito alla decisione di Standard & Poor’s di rivedere l’outlook sul rating del debito sovrano da ‘stabilè e ‘negativò. Noda, tuttavia, ha fornito pochi dettagli su come il governo si muoverà per ridurre l’enorme debito pubblico prossimo al 200% del Pil, destinato a crescere in previsione dell’emissione di titoli di Stato per sostenere gli sforzi post sisma/tsunami. «Mentre la ricostruzione è un importante obiettivo, la riforma fiscale è qualcosa su cui non possiamo passare sopra: il nostro atteggiamento fondamentale è di equilibrio tra queste due esigenze», ha spiegato Noda in una conferenza stampa. In base a queste premesse, «ci piacerebbe guadagnare la fiducia sia sul fronte domestico sia all’estero» sulla reale capacità del governo di riordinare le finanze del Giappone, ha concluso il ministro.
SISMA, S&P’S TAGLIA OUTLOOK A ‘NEGATIVÒ
Standard & Poor’s ha tagliato l’ outlook sul debito di lungo termine del Giappone da ‘stabilè a ‘negativò, osservando che gli oneri legati al sisma/tsunami dell’11 marzo scorso «aggraveranno» la posizione finanziaria del Paese. (Fonte CertineWs)