“Un business da 60 miliardi di euro l’anno e che provoca danni ingenti all’intera filiera agroalimentare nazionale”, sostiene la Cia secondo cui “ora bisogna dire basta e reagire duramente a questa ‘rapina’ quotidiana”. Ecco perche’ la Cia si schiera “al fianco dei produttori di uva e in particolare del Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg che si appresta a intraprendere azioni legali oltrefrontiera per tutelare il brand dai tarocchi russi”. Per la Cia “la situazione e’ estremamente grave”, si legge ancora nella nota, “oggi siamo di fronte a un immenso supermarket dell”agro-scorretto’, del ‘bidone alimentare’, dove a pagare e’ solo il nostro Paese, visto che a livello mondiale non esiste una vera difesa dei nostri prodotti certificati e garantiti”. Una difesa, insiste la Cia, “che non significa soltanto la tutela di un patrimonio culturale e culinario, dell’immagine stessa dell’Italia all’estero, ma anche la valorizzazione di un settore economico che vanta un fatturato annuo di quasi 9 miliardi, di cui 2 circa realizzati sui mercati stranieri”. In questo quadro, ha ricordato la Cia, “lo spumante occupa una posizione di rilievo. Nel 2010 le bollicine ‘made in Italy’ hanno guadagnato oltre 2,6 miliardi, anche grazie ai mercati oltreconfine. Le esportazioni, infatti, si sono spinte oltre la soglia di 1,8 milioni di ettolitri, mettendo a segno un robusto piu’ 20 per cento di crescita rispetto al 2009 e registrando un giro d’affari intorno ai 500 milioni di euro”. Un contributo all’aumento delle esportazioni e’ arrivato proprio dalla Russia, continua la Cia, “che in un solo anno ha raddoppiato i volumi acquistati dall’Italia (piu’ 25 per cento) portando la quota di Mosca vicina all’11 per cento dell’export totale di spumante italiano nel mondo”. Secondo la Cia per mettere un freno al fenomeno della contraffazione servono “interventi finanziari, sia a livello nazionale sia comunitario, per sostenere l’assistenza legale di chi promuove cause (in particolare i Consorzi di tutela) contro chi falsifica Doc, Dop, Igp e Stg; l’istituzione di una ‘task-force’ in ambito europeo per contrastare tutte le truffe e le falsificazioni alimentari; sanzioni piu’ severe (anche con l’arresto) nell’Ue contro chiunque imiti prodotti a denominazione d’origine”. E ancora: “un’azione piu’ decisa da parte dell’Europa nel negoziato Wto per la creazione di un registro di prodotti alimentari certificati da tutelare in maniera multilaterale; l’introduzione di regole chiare e affidabili sull’etichettatura, che va estesa a tutti i prodotti garantendo trasparenza e tracciabilita’ ai consumatori”. (fonte CertineWs)