La gestione non idonea dele acque di scarico sta portando danni alla salute, inquinamento marino e delle acque interne e a causa della lentezza con cui il nostro paese si sta adeguando ad obblighi che sarebbero dovuti entrare in vigore già dal 1998 il commissario dell’Ambiente James Poto?nik ha dichiarato che, qualora la nostra penisola non si adeguasse entro due mesi, potrebbe incorrere nel pagamento di multe. Grazie ai nuovi impianti di raccolta e trattamento le acque saranno soggette ad una doppia depurazione utile per la rimozione delle sotanze inquinanti prima che vengano scaricate in mare o in acqua dolce.
Ma, in Italia, “almeno 143 città disseminate sul territorio del paese non sono ancora collegate ad un impianto fognario adeguato, sono prive di impianti per il trattamento secondario e/o non hanno la capacità di gestire le variazioni di carico delle acque reflue. L’Italia ha compiuto dei progressi ma, nonostante gli avvertimenti precedenti, 13 anni dopo il termine fissato non ha ancora rispettato quanto prescritto. La Commissione ha pertanto deciso di emettere un parere motivato. L’Italia ha due mesi per mettersi in regola. Se non adotterà i provvedimenti necessari, potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell’UE” si legge nel comunicato stampa diffuso.
A questa problematica si va ad aggiungere la difficoltà vissuta delle città con popolazione superiore ai 15mila abitanti che non scaricano in aree sensibili e che avrebbero dovuto conformarsi alla normativa entro il 2000 a causa delle quali l’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia nel maggio del 2010. (fonte CertineWs)