A dichiararlo è stato questa mattina il direttore generale della compagnia Kenya Pipeline, Selest Kilinda che ha ricostruito i momenti immediatamente precedenti alla tragedia. Dopo aver ricevuto la segnalazione della fuoriuscita del petrolio, ha riferito Kilinda alla stampa locale, i tecnici della compagnia avrebbero immediatamente interrotto la fornitura, ma intanto la tragedia si stava già consumando all’altezza della baraccopoli di Sinai dove decine di litri di petrolio erano già fuoriusciti dalla condotta. Nemmeno l’intervento sul posto di alcuni tecnici e la depressurazione della condotta sono riusciti ad impedire la deflagrazione e l’incendio probabilmente provocato da una sigaretta accesa da un uomo intento a portare via benzina. È questa la versione ufficiale fornita dalle autorità locali, anche se tra gli stessi sopravvissuti ci sono versioni discordanti: secondo alcuni, infatti, le fiamme sarebbero divampate dopo una esplosione avvenuta all’interno della stessa conduttura. Il ministro per l’Energia Kiraitu Murungi ha assicurato che il Governo si attiverà per individuare i responsabili della tragedia. Intanto in queste ore sono ancora in corso le operazioni di recupero dei cadaveri, mentre parenti ed amici della vittime stanno cercando di identificare decine di corpi completamente carbonizzati. (fonte CertineWs)