Una pratica crudele: tagliate via le pinne gli squali vengono rigettati in mare a morire lentamente, impossibilitati a nuotare. Scienziati australiani hanno adottato un metodo di conteggio che integra i tassi di riproduzione e di mortalità e misura gli andamenti futuri. I dati vengono elaborati con strumenti statistici che offrono proiezioni demografiche di lungo termine. I risultati sono poi confrontati con i dati conosciuti sulle popolazioni nelle zone di pesca, nelle zone verdi in cui le imbarcazioni sono ammesse ma la è pesca proibita, e quelle rosa in cui sono proibite sia la navigazione sia la pesca. «Il declino è molto rapido. Le nostre stime indicano un calo del 6% annuo per gli squali corallini e del 9% per quelli grigi di scogliera», scrive Sean Connolly dell’università James Cook di Townsville, sulla rivista Public Library of Science. «La pesca eccessiva è motivo di grave preoccupazione, con un numero crescente incluso nelle liste delle specie a rischio», aggiunge. I diversi metodi di calcolo delle popolazioni confermano tutti il loro rapido declino, ma anche il potenziale di recupero di queste specie, se saranno protette adeguatamente, spiega. (fonte CertineWs)