La sua testimonianza e quelle di altri lavoratori romeni imbarcati sulla nave naufragata al Giglio, sono state raccolte da Gazeta Romneasc. La sua connazionale Cristina, 29 anni, originaria di Bucarest e addetta alle cabine, difende il comportamento dei membri dell’equipaggio. «Abbiamo fatto il nostro dovere. Non è facile parlare in tre lingue, allo stesso tempo, per tenere a bada centinaia di persone che stanno spingendo e gridano, in preda al panico, per raggiungere le scialuppe di salvataggio». E poi precisa: «C’erano solo tre responsabili per 1500 cabine, non è stato facile gestire la situazione». «Cercavamo di far mantenere la calma. Anche noi abbiamo mantenuto la calma, in molti pensavamo che stavamo evacuando solo i passeggeri, anche perchè non è la prima volta che noi, dipendenti e i membri dell’equipaggio rimanevamo a bordo», conferma Stefan, 26 anni. «C’erano urla, la gente spingeva, credo che sia stato lo stesso sul Titanic. Se noi non fossimo riusciti a trattenerli, metà di loro si sarebbero buttati in acqua, e non sarebbero saliti sulle scialuppe», aggiunge Mihai, 28 anni. (Fonte CertineWs)