La cosiddetta Scatola Nera fa infatti parte di quelle applicazioni dell’elettronica e del rilevamento satellitare che possono migliorare sensibilmente l’atteggiamento dei guidatori e costituire da forte deterrente nei confronti di comportamenti pericolosi sulla strada, senza per questo incidere sulla privacy del singolo. Il progetto di una Scatola Nera applicabile alle auto (che riprende concettualmente il principio del data recorder presente negli aerei e in molti altri mezzi di trasporto) si ricollega al diffuso servizio degli antifurti satellitari e rappresenta anche una tappa in direzione del sistema eCall per la chiamata automatica di emergenza al 112 previsto dall’Unione Europea con la raccomandazione dell’8 settembre 2011 per l’adozione su tutte le auto dal 2015. La funzionalità di eCall, che mira a fornire assistenza immediata in caso d’incidente tramite la localizzazione satellitare, potrebbe facilmente essere integrata in un apparato più complesso, comprendente la Scatola Nera e altre funzioni di interfaccia tra veicolo e infrastrutture. L’apparato indicato nel Decreto sulle Liberalizzazioni nasce da una sperimentazione avviata dall’Isvap nel 2007 con la Check Box della OCTOTelematic, un registratore di dati che rileva diversi parametri – tra cui velocità, regime di rotazione del motore, marcia inserita e accelerazione laterale – e che registra specifici segnali, come una forte decelerazione (comunicata dalla centralina dell’Abs) o l’attivazione degli airbag. La Scatola Nera conserva i dati relativi ai 40 secondi precedenti un eventuale incidente e i 10 secondi successivi, in modo da permette un’analisi dettagliata di quanto è avvenuto durante il sinistro. Altri dispositivi, come quello di Viasat, allargano il tempo di registrazione a 70 secondi prima e 70 secondi dopo l’impatto. Naturalmente il dispositivo mantiene in memoria, attraverso la localizzazione mediante Gps, la posizione in cui questo è avvenuto. Se poi il dispositivo è dotato anche di funzione Gsm/Grps, cioè incorpora una sim telefonica, tutti i dati e l’eventuale allarme vengono inviati alla centrale di gestione del servizio, che li registra e li gestisce. «La telematica satellitare – precisa Domenico Petrone, presidente e CEO di Viasat, uno dei maggiori player del settore – oltre all’originaria funzione di antifurto permette già oggi di contenere i costi per le compagnie assicurative grazie alla riduzione delle frodi sui sinistri, ma anche grazie al miglioramento dei processi di gestione ed alla possibilità di creare nuovi prodotti personalizzati e più convenienti per i clienti. È il caso delle polizze pay per use (premio in base ai chilometri percorsi) – spiega Petrone – o delle più evolute polizze pay as you drive con il premio costruito in base al profilo specifico del cliente e determinato non solo dai chilometri percorsi ma anche dalle tipologie di strade percorse (urbane, extraurbane, autostrade), dagli orari di percorrenza (notte, giorno, feriali o festivi), dalle ore consecutive di guida, dalla pericolosità delle strade, dallo stile di guida (più o meno rischioso) ed altri parametri ulteriori, come l’impatto del traffico sull’inquinamento ambientale». Il mercato della telematica satellitare è in piena evoluzione e crescita con previsioni di incrementi annuali a doppia cifra ed un valore mondiale previsto entro il 2016 di oltre 70 miliardi di euro, in cui le aziende italiane giocano un ruolo di assoluto rilievo. (Fonte CertineWs)