«Quello mostrato dal video è un punto di appoggio» ed «è ancora da verificare se sia il solo o se ce ne siano altri», ha precisato Gabrielli. Il commissario ha anche aggiunto che «al momento un’ interpretazione ‘allarmisticà di quanto registrato non trova rispondenza». «È la classica informazione che si può vedere da due angolazioni diverse – ha affermato -. Noi siamo sempre stati preoccupati dalla stabilità della nave ma questa cosa non ha bisogno di un sensazionalismo ‘scoopisticò, così non si fa un servizio a questo territorio che invece ha bisogno, pure in vista della prossima stagione turistica,di informazioni certe». Il video realizzato da Ispra e portato all’attenzione del Comitato Tecnico scientifico nella riunione del 15 febbraio, ha poi precisato una nota della struttura del commissario, mostra la compenetrazione avvenuta tra parte dello scafo della nave e la roccia su cui poggia, fenomeno che secondo gli esperti sarebbe segno di un ancoraggio ulteriore della nave al fondale. Anche nell’incontro odierno con gli abitanti del Giglio il commissario Gabrielli ha «illustrato il quadro degli interventi in corso legati alla rimozione del carburante e delle attività inerenti il monitoraggio dei movimenti dello scafo e delle condizioni ambientali», temi che, secondo gli esperti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze e i tecnici di Ispra e Arpat, «confermano che non si segnalano anomalie nei valori registrati». Intanto sulla Costa Concordia si sono ormai tecnicamente chiuse le attività di soccorso e si è aperta un’attività specifica di ricerca che interessa il ponte 4. In particolare – ha spiegato Gabrielli – si cercano i dispersi «nei corridoi, ora pozzi, dove si ritiene possano esserci realisticamente dei corpi». Quanto al prelievo di carburante, ad oggi sono stati pompati via dalla nave 1000 metri cubi da quattro dei sei serbatoi di prua. A Grosseto prosegue l’attività dei magistrati inquirenti impegnati nell’inchiesta: oggi riunione-fiume per ‘cucirè le testimonianze raccolte finora e farle collimare con la reale ricostruzione dei fatti. Al centro dell’interesse dei pm la reale condotta di Francesco Schettino la sera del naufragio – soprattutto la navigazione manuale fatta prima di urtare gli scogli – e come fu affrontata l’emergenza non solo dal comandante ma anche dagli altri ufficiali di bordo e dall’unità di crisi, a terra, della Costa. (CertineWs).