Il nuovo porto di Molfetta sarebbe dovuto costare 61 milioni di euro:un’opera faraonica ancora in corso di realizzazione. Secondo il cronoprogramma i lavori si sarebbero dovuti concludere a gennaio dello scorso anno ma il piano è fermo ancora al 60%. Dunque appare evidente che il nuovo porto è praticamente fantasma poichè sui fondali, secondo i militari della marina, sono presenti più di cento ordigni bellici. E’ proprio su questo elemento che le indagini si sono concentrate appurando che l’autorizzazione ad accedere all’area sia stata validata nonostante la presenza delle bombe attraverso una serie di false relazioni che attestavano l’avvenuta bonifica dei fondali oltre che una fittizia rendicontazione al Ministero degli Interni sull’ammontare complessivo dei finanziamenti. Le operazioni tecniche e amministrative sarebbero state ben studiate in modo da non destare sospetto all’ATI che diversamente avrebbe dovuto chiudere il cantiere nel 2011 a causa della presenza degli ordigni. E’ evidente che prima dell’avvio del dragaggio fosse necessaria la bonifica dei fondali per questo l’ATI non avrebbe dovuto accettare la consegna dei lavori e quindi non avanzare richieste di proroghe. Infine nell’ambito dei reati ambientali e paesaggistici è stato accertato che nel porto sarebbe stata realizzata una discarica abusiva all’interno del cantiere dove sono presenti gli ordigni bellici già rimossi durante il dragaggio del fondale. Il comune di Molfetta avrebbe anche omesso di dichiarare che nell’area del porto esistevano vincoli paesaggistici, elemento che avrebbe impedito all’amministrazione comunale di ottenere i finanziamenti pubblici.
FONTE: CertineWs/MD