Un nuovo monito per il siderurgico visti i ritardi dell’attuazione delle disposizioni dell’Autorizzazione ambientale integrata: 11 le irregolarità.
Il ministero dell’Ambiente ha diffidato l’Ilva di Taranto per «inosservanza delle prescrizioni autorizzative in relazione al terzo trimestre di attuazione del decreto di riesame Aia del 26 ottobre 2012». La diffida è firmata dal direttore generale Mariano Grillo ed è legata all’ispezione Ispra-Arpa del 10 e 11 settembre scorsi.
La relazione Ispra è stata inviata anche alla Procura della Repubblica di Taranto. La diffida riguarda quattro punti. Il primo è che l’Ilva, non oltre 30 giorni dalla ricezione della diffida, dovrà trasmettere all’autorità competente, per l’approvazione, il «progetto esecutivo, corredato dal crono programma, degli interventi di pavimentazione impermeabile e di regimazione delle acque dell’area Irf (impianti di recupero del materiale ferroso, ndr), inclusa l’area prospiciente la zona di carico dell’impianto Irf e l’area di stoccaggio del rifiuto prodotto».
All’azienda si chiede di adottare, con gli stessi tempi, «idonee procedure, relative a pratiche operative e gestionali finalizzate a minimizzare le emissioni polvirulente dalla zona di caricamento Irf, come indicato nelle `prescrizioni di carattere generale´ per le emissioni in aria», nonché di trasmettere «un progetto per l’adozione di interventi strutturali di contenimento della polverosita’ nell’area Irf». All’Ilva inoltre viene chiesto di garantire la «gestione delle paiole (grandi tazze in cui viene versato lo scarto delle acciaierie, ndr) bloccate solo nelle aree di impianto specificatamente destinate a tale finalità», e la «gestione del Cer 100202 (scorie deferrizzate in uscita dall’impianto di separazione Irf, ndr) esclusivamente in aree attrezzate per deposito rifiuti e rispondenti alle norme tecniche per la gestione medesima».
Tra le altre violazioni, il “perdurare del mancato adeguamento entro il 27 gennaio 2013 dei sistemi di movimentazione dei materiali trasportati via nave, tramite l’utilizzo di sistemi di scarico automatico o scaricatori continui coperti”, nonché il mancato rispetto dei tempi per la chiusura dei nastri trasportatori e per la chiusura degli edifici nelle aree in cui si gestiscono materiali polverosi.
CertineWs/MD