Un pacchetto di misure innovative e di pronta attuazione in chiave green che, senza aumentare la pressione fiscale nè il debito pubblico, siano in grado di attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione. Questo il “Pacchetto di misure per un Green New Deal per l’Italia” presentato oggi agli Stati Generali della Green Economy 2013 nel giorno di apertura della fiera Eco mondo (6-9 novembre) a Rimini.Agli Sgge è stato presentato un pacchetto di dieci azioni che costituisce il nucleo del New Deal verde, misure innovative per indicare il percorso che l’Italia deve intraprendere se vuole uscire dall’attuale crisi e restare agganciata alle nazioni che stanno già lasciando la fase recessiva: un percorso fatto di sviluppo durevole, ripresa degli investimenti, rilancio dell’occupazione. Per i dieci settori strategici individuati (fisco; strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e risorse idriche; rifiuti; efficienza e risparmio energetico; energie rinnovabili; filiere agricole di qualità ecologica; rigenerazione urbana e consumo del suolo; mobilità sostenibile; occupazione giovanile green il “pacchetto” si muove lungo quattro direttrici: un fisco in chiave green, semplificazioni burocratiche, nuovi strumenti finanziari, ottimizzazione e razionalizzazione dell’uso delle risorse finanziarie esistenti. Il primo punto delle dieci azioni è proprio la riforma fiscale in chiave green, in pratica l’eco-fisco, partendo dalla riduzione degli incentivi per le attività che hanno maggiore impatto sull’ambiente favorendo invece la deducibilità degli investimenti verdi. Quasi di conseguenza gli altri punti, come le risorse per le infrastrutture green e la difesa di suolo e acque; l’efficienza e il risparmio energetico (anche sulla linea della direttiva europea 20-20-20); il recupero e il riciclo della risorsa-rifiuti; il rilancio degli investimenti per le fonti energetiche rinnovabili; la riqualificazione e la rigenerazione urbana; la mobilità sostenibile tramite un fondo nazionale; puntare sull’agricoltura di alto livello e sulla filiera biologica; infine un piano nazionale per l’occupazione giovanile in ambito green, come la riduzione triennale del prelievo fiscale e contributivo per l’impiego dei giovani e il sostegno alle start-up green giovanili. “Il pacchetto proposto è ampiamente condivisibile, ma ha bisogno di una spinta da vari settori, nazionali ed europei”, ha detto il ministro Orlando. Il mondo green italiano ha quindi fatto le sue proposte, si spera solo che non cadano nella zona “grigia” delle pastoie politico-burocratiche e dei veti incrociati che avvolge il Paese”.
CertineWs/MGD