Chi è afflitto dai debiti viene lasciato solo ancora una volta. La denuncia di Legge3

Da mesi, ormai, si parla degli effetti negativi della pandemia da Covid19 sull’economia mondiale. Imprenditori e privati cittadini messo in ginocchio, tra cassa integrazione, perdita di incassi e totale incertezza per il futuro. In molti sono stati costretti a chiedere dei prestiti per far fronte alle spese, oh per cercare di rilanciare la propria attività. 

In un simile contesto appare evidente la tendenza ad accumulare debiti che talvolta diventano insostenibili. Ad agosto 2020 doveva entrare in vigore il Nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 febbraio 2019, che, però, è rimasta fuori dal decreto-legge di agosto, con un rinvio, addirittura, a settembre 2021.

Già da tempo, Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, che aiuta privati e imprenditori a uscire da situazioni di forte indebitamento, denuncia il rischio che sempre più persone finiscano schiacciate nella morsa dei debiti, senza riuscire più a venirne fuori.

“Nel Nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza – spiega Bertollo – sono contenute anche le norme relative al sovraindebitamento delle persone fisiche e dei piccoli imprenditori. Doveva essere già entrato in vigore, soprattutto data l’emergenzialità del momento. Eppure, non è stato ritenuto una priorità, ed è slittato di oltre un anno! Già da marzo ci siamo attivati, prima da soli, per presentare gli emendamenti necessari per far sì che le norme relative al sovra indebitamento non venissero posticipate, poi, insieme ad altre associazioni, con magistrati e professori universitari, finché siamo riusciti, al quarto tentativo, a far sì che questi emendamenti risultassero ammissibili. In questi giorni sono attese le votazioni per la conversione in legge”.

“Purtroppo, però, la novità più importante ed attesa, e cioè la possibilità per i debitori che non hanno proprietà né redditi da mettere a disposizione di usufruire di altri strumenti che consentissero loro di esdebitarsi, è stato sospeso, almeno per ora, dalla Ragioneria dello Stato. Le mie domande sono: perché ora e non un anno e mezzo fa quando le norme sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale? Che differenza fa per lo Stato se un debitore incapiente si esdebita a settembre del 2021 invece che ora? Per lo Stato, di fatto, non cambia nulla, ma con questa decisione potrebbero ritrovarsi sulla coscienza moltissimi fallimenti e, anche se ci auguriamo che ciò non avvenga più, anche molti altri suicidi” conclude Bertollo.

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