esempio, pesticidi nell’impianto dell’acqua sanitaria. Nonostante lo scopo primario del Green Building Council sia quello di promuovere sia l’efficienza energetica che salute umana, spiega anche John Wargo, professore di analisi dei rischi e politica ambientale a Yale, l’associazione, anche negli edifici più prestigiosi certificati Leed Platinum, fa poco per garantire che le sostanze chimiche pericolose siano tenute fuori degli edifici certificati. Un altro duro colpo per il protocollo che, dopo le denunce mosse da altri studi, ora deve rispondere a questa nuova accusa. Recentemente, persino l’ex presidente USGBC, Rob Watson, attraverso il report NCI, evidenziò come alcuni edifici analizzati ex post e targati Leed non fossero in grado di garantire le prestazioni indicate in fase di progetto. Anzi il 20% di questi risultava addirittura inadatto ad ottenere la certificazione Energy Star, ossia l’attestato del programma governativo americano che promuove la conservazione dell’energia attraverso il miglioramento dell’efficienza degli immobili. Ora questo studio dell’EHHI, che si concentra meno sul rendimento energetico ma più sulla salute dell’edificio, svela che in alcuni materiali utilizzati per la costruzione di immobili Leed sono presenti sostanze nocive. Il report della EHHI offre dunque importanti suggerimenti per rendere gli edifici Leed davvero sani, come, ad esempio, eseguire test di qualità sull’aria interna e sull’acqua e aumentare il numero di medici professionisti all’interno dell’USGBC (al momento nel cosiglio direttivo c’è un solo medico). Inoltre, viene raccomandato al governo federale di aggiornare costantemente il database dei materiali tossici. La risposta del Councili americano, dal canto suo, evidenzia come la strada per la salubrità e il basso impatto ambientale degli edifici sia complessa e frutto di compromessi, vantaggi economici e d’immagine. (Fonte CertineWs)