La nuova ‘stroncaturà arriva da una maxi-ricerca della Harvard School of Public Health (Hsph) di Boston che non solo addebita alla carne rossa un aumentato rischio di mortalità (dal 13 al 20%), sia cardiovascolare che per cancro, ma come controprova dimostra anche che sostituendola con altre fonti più salutari di proteine – pesce, pollame, noci e legumi – il rischio di mortalità risulta minore. Lo studio, pubblicato online sugli ‘Archives of Internal Medicinè, «aggiunge ulteriori evidenze dei rischi per la salute derivanti dal consumo di elevate quantità di carne rossa, alimento già associato a diabete di tipo 2, malattia coronarica, ictus e alcuni tipi di cancro in altri studi», spiega An Pan, primo autore dello studio e ricercatore del Dipartimento di nutrizione dell’Harvard School of Public Health.
Il team di ricercatori, tra cui l’autore ‘senior’ Frank Hu, professore di nutrizione ed epidemiologia all’Hsph, hanno osservato in modo prospettico 37.698 uomini, reclutati nell’Health Professionals Follow-up Study, per 22 anni e 83.644 donne del Nurses’ Health Study per 28 anni. Tutti soggetti in partenza sani, senza malattie cardiovascolari o cancro. Sotto la lente d’ingrandimento degli scienziati è finita anche la loro dieta, valutata attraverso questionari ogni 4 anni. Nei due studi sono state registrate 23.926 morti, di cui 5.910 da malattie cardiovascolari e 9.464 da cancro. E il consumo regolare di carne rossa, soprattutto carni rosse trattate, è risultato associato a un più elevato rischio di mortalità.
In particolare, rilevano i ricercatori, una porzione al giorno di carne rossa non trattata è stata associata a un rischio di mortalità aumentato del 13%, e una porzione giornaliera di carni rosse trattate (per esempio un hot dog o due fette di pancetta) è stata invece associata a un rischio aumentato del 20%. Focalizzando l’attenzione su ognuna delle due case di morte, gli scienziati hanno rilevato un rischio aumentato del 18% (carne non trattata) e del 21% (carne trattata) in relazione alla mortalità cardiovascolare e del 10% e 16% per quella da tumore. L’analisi mette in conto i fattori di rischio per le malattie croniche come l’età, l’indice di massa corporea, l’attività fisica, la storia familiare in materia di malattie cardiovascolari e principali tumori. L’equipe ha osservato che la carne rossa, specialmente quella trattata, contiene ingredienti collegati a un più alto rischio di sviluppare malattie croniche come appunto quelle cardiovascolari o il cancro. Nella lista ‘nerà il ferro eme, i grassi saturi, il sodio, i nitriti e alcuni agenti cancerogeni che si formano durante la cottura. I ricercatori, però, hanno anche osservato che sostituire una porzione di carne rossa con una fonte sana di proteine si associa a un rischio di mortalità più basso: del 7% per il pesce, del 14% per il pollame, del 19% per la frutta, del 10% per i legumi, 10% per i latticini a basso contenuto di grassi e 14% per i cereali integrali. Non solo. Si stima che il 9,3% dei decessi negli uomini e il 7,6% nelle donne si sarebbero potuti evitare, se tutti i partecipanti avessero consumato meno di 0,5 porzioni al giorno di carne rossa. «Questo studio fornisce una chiara evidenza del fatto che il consumo regolare di carni rosse contribuisce in modo sostanziale a una morte prematura», conclude Hu. «D’altra parte, scegliere fonti più salutari di proteine può dare vantaggi significativi per la salute, riducendo morbilità e mortalità da malattie croniche». (Fonte CertineWs)