Da un punto di vista normativo, infatti, Il DGLS 81/2008 che regolamenta la materia impone l’impiego dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), ed in particolare delle calzature di sicurezza, per l’effettuazione di quei lavori che appaiono a rischio per la salute o la sicurezza. Da sottolineare anche l’importanza della qualità del prodotto: invece, allo stato attuale, la procedura di certificazione viene sì richiesta alle aziende produttrici, ma i controlli e l’ottenimento riguardano solo i prototipi e la certificazione viene nominalmente rilasciata all’azienda. Le calzature che entrano sul mercato non vengono più sottoposte a verifica e questo rende inefficace la certificazione. Il marchio SAFE IN ITALY, voluto da ANCI nasce proprio dalla necessità di fare chiarezza sul mercato: un marchio che possa avere le funzioni di un “marchio di garanzia” e nel quale possano riconoscersi produttori, distributori, grandi utilizzatori e sindacati. Il marchio SAFE IN ITALY, visto in quest’ottica andrebbe ad essere il trait d’union di un’Associazione unita dall’interesse comune di individuare i vendor più qualificati e che offrano le garanzie necessarie. (Certinews/RT)