I dati forniti da Cremonesi nel corso del suo intervento, evidenziano come, in Italia la fetta maggiore di questa cifra e’ destinata ai consumi termici (66%) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34%). Si è dimostrato che con pochi interventi come cambio di combustibile, installazione di caldaie a condensazione e installazione di strumenti di termoregolazione e di contabilizzazione, e’ stato possibile diminuire in 1100 unita’ abitative su base annua del 33% il costo del riscaldamento, del 28% il fabbisogno di energia primaria e del 43% le emissioni di Co2. Le potenzialita’ di risparmio sono sensibilmente maggiori se si interviene anche sull’involucro edilizio. Il sistema Italia puo’ e deve puntare sull’efficienza energetica, un mercato potenziale da 36 miliardi di euro all’anno e che potrebbe dare lavoro a circa 430 mila persone. Una scelta strategica che gioverebbe sia al potere d’acquisto delle famiglie, grazie al risparmio energetico, che alla qualita’ di vita. (Fonte Adnkronos)