La fluttuazione e le ciclicità dei prezzi del petrolio sono una costante di questo mercato ma le differenze e la rapida evoluzione dei prezzi ha ultimamente sorpreso gli operatori e investitori nel settore.
Le previsioni richiamano alla cautela ma sembra che tali prezzi possano permanere a causa del surplus produttivo dei paesi dell’OPEC come non accadeva dal 2002, 2003 e dei tempi occorrenti all’effettiva ripresa dell’economia reale.
Anche se le aspettative degli investitori sono quelle di rivedere i prezzi tornare a crescere, le opportunità per saldare le volatilità del mercato e per strutturare una risposta organizzativa più moderna vedono le potenzialità di permanenza di questi prezzi più plausibili nel medio termine. Un periodo esteso di prezzi sui livelli attuali consentirà infatti di ripensare alle efficienze produttive, ai modelli organizzativi, ai servizi per l’efficacia e l’efficienza e frenerà quelle spinte nazionalistiche governate da mani pubbliche che hanno caratterizzato il mercato degli ultimi decenni e fortemente quello degli ultimi anni.
Una nuova diplomazia del petrolio si farà così strada per stabilire un più equilibrato rapporto trai i paesi produttori e consumatori e gli operatori avranno modo di ricercare nuove soluzioni orientate al risparmio strutturato, alle efficienza e a risorse alternative.