«La richiesta è al vaglio dei nostri servizi», ha detto la portavoce Ue del mercato interno Chantal Hughes, ricordando che restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori sono possibili «solo in presenza di condizioni eccezionali». La Spagna si è rivolta a Bruxelles venerdì scorso con una lettera con la quale ha notificato un prossimo provvedimento di sospensione dell’apertura del mercato del lavoro per i romeni. «È la prima volta che riceviamo una richiesta di questo tipo e dobbiamo valutare bene tutti i dati», ha spiegato la portavoce. Per avere il via libera dalla Commissione Ue, la Spagna deve infatti dimostrare con «dati e cifre» che la forza lavoro rumena rappresenta effettivamente una minaccia per il proprio mercato di lavoro. Al momento dell’ingresso nella Ue di Romania e Bulgaria, diversi paesi partner si sono avvalsi della possibilità di postporre la piena liberalizzazione dei lavoratori bulgari e romeni. La Spagna ha invece deciso di non avvalersi di questa fase transitoria aprendo da subito le frontiere ed ora l’unico modo per attuare una sospensione è usare la cosiddetta ‘clausola di salvaguardià. Madrid potrebbe far partire lo stop alla libera circolazione dei lavoratori romeni già dal primo agosto, senza aspettare necessariamente il via libera preventivo di Bruxelles che si riserva comunque il diritto di verificare la conformità del provvedimento con le leggi comunitarie. Come previsto dai trattati di adesione, romeni e bulgari avranno libero dal 2013 accesso al mercato del lavoro dell’Ue. A maggio, il tasso di disoccupazione in Spagna si è attestato a quota 20,9%. (fonte CertineWs)