L’e-cig sono meno tossiche delle sigarette normali? Come devono essere tassate? Ancora tanti dubbi sulla sigaretta elettronica e a farne le spese sono i consumatori.
“Dal punto di vista dei consumatori, il dibattito sulla sigaretta elettronica descrive il modo eclatante tutto quello che si dovrebbe evitare quando un nuovo prodotto è lanciato sul mercato”. Con queste parole Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, ha introdotto il suo intervento al convegno “Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute e criteri di controllo“, organizzato oggi a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità.
“Negli ultimi anni, prosegue Dona sul tema e-cig hanno dominato l’incertezza scientifica, la lentezza informativa degli organi istituzionali preposti alla tutela della salute pubblica, la schizofrenia del legislatore, protagonista di interventi normativi altalenanti circa le modalità di commercializzazione del prodotto, i luoghi nei quali ne è vietato il consumo, per non dire delle montagne russe della fiscalità. Proprio questo -aggiunge il Segretario generale- è il terreno più fertile per le pressioni delle lobby, tanto quella industriale quanto quella pubblica, ma non sono mancate neppure le esagerazioni mediatiche e le strumentalizzazioni: così, ad avere la peggio è sempre il consumatore ed, infatti, abbiamo ricevuto migliaia richieste di chiarimento da parte dei cittadini disorientati di fronte alla problematica riguardante la sicurezza degli aromi e degli apparecchi (per la maggior parte di produzione cinese), ma anche relativamente a certe campagne pubblicitarie decisamente aggressive”.
L’avvocato Dona ha rimarcato che invece “andrebbe spiegato ai consumatori che effettivamente le e-cig sono meno tossiche rispetto alle sigarette convenzionali, a condizione di non abusarne e, soprattutto di non sommare l’assunzione della nicotina contenuta nelle ricariche con il fumo tradizionale; anche l’inquinamento ambientale è minore, ma pur sussistente e ciò andrebbe comunicato adeguatamente”.
In conclusione, Dona si è rivolto al Governo denunciando la miopia di certa fiscalità: “talvolta sembra che il fisco sia solo preoccupato di alzare le aliquote, trascurando però i risultati complessivi in termini di gettito: senza dire che la priorità andrebbe data alla salute dei cittadini e, dunque, non andrebbe penalizzato il fumo elettronico, considerati i costi sociali del tabagismo che pesa sul bilancio del Paese per oltre 3 miliardi all’anno, necessari a curare i 50 mila tumori causati ogni anno dalle sigarette tradizionali.
CertineWs/MGD