Risparmiare energia rappresenta un valore sociale e ambientale innegabile per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, migliorare la salute del pianeta e l’incidenza dell’inquinamento sulla salute umana. Per molti di noi rappresenta in prima istanza una scelta economica, che ci fa risparmiare denaro. Secondo le anticipazione dell’Energy Efficiency Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano bisogna distinguere.
Nel settore residenziale, la caldaia a condensazione resta la scelta migliore, battendo pompe di calore e solare termico. La pompa di calore è invece la tecnologia più conveniente per soddisfare il fabbisogno termico nelle banche e nella GDO, mentre nel caso di ospedali e hotel la soluzione preferibile è la cogenerazione (che soddisfa anche parte del fabbisogno elettrico).
Secondo le stime del report con le soluzioni già disponibili da qui al 2020 si potrebbero ridurre i consumi di 297 TWh all’anno, di cui circa 44 TWh elettrici e 253 termici. Un potenziale però solo teorico: la riduzione realisticamente conseguibile, il potenziale “atteso”, secondo gli esperti è un terzo: 96 TWh, ripartito tra 21 TWh elettrici (pari a circa il 6% del consumo registrato nel 2011) e circa 75 TWh termici (pari a circa il 11% del consumo registrato nello stesso anno). È nel residenziale il maggior potenziale «atteso», con circa 51 TWh all’anno al 2020 (54% del potenziale globale).
Nondimeno potremmo ottenere un beneficio importante sul piano economico e sull’occupazione. Nello scenario prefigurato si parla di un giro d’affari medio annuo da qui al 2020 di oltre 7 miliardi di euro, di cui circa 2 riferibili alla parte elettrica e 5 alla termica. Tra gli ostacoli all’affermazione di questo nuovo trend basato su efficienza e risparmio energetico c’è l’incertezza legislativa legata agli incentivi e alcuni disincentivi come gli sconti in bolletta alle aziende più energivore.
CertineWs/MGD