Gli obiettivi, graduali, si intrecciano con la Road map al 2050, che l’Europa dovrebbe approvare al prossimo consiglio Ue di giugno, di giugno) per una transizione a un’economia ‘low-carbon’, in cui sono indicate tappe precise dei tagli di CO2 da raggiungere (25% al 2020, 40% al 2030, 60% al 2040, 80% al 2050). «Ho mandato al Cipe il Piano nazionale per la riduzione delle emissioni al 2020 – ha detto Clini ricordando, tra l’altro, che il provvedimento arriva dopo due anni di rinvii – già incardinato fra gli obblighi europei e nella strategia Ue al 2050». Tra i punti prioritari indicati dal ministro dell’Ambiente, la carbon tax (le cui risorse potrebbero andare anche a potenziare il Fondo per Kyoto fino a 250 milioni all’anno tra il 2013 e il 2020); l’estensione fino al 2020 compreso del credito di imposta (al 55%) per l’efficienza energetica nelle attività di edilizia; l’istituzione di un catalogo delle tecnologie e dei prodotti che serviranno alla cosiddetta ‘decarbonizzazionè del nostro sistema economico e prodottivo. Il Piano mira al rispetto del ‘pacchetto Ue clima energià (20-20-20) e punta allo sviluppo di una filiera italiana nelle eco-tecnologie, ad efficienza energetica e rinnovabili; inoltre generazione distribuita e reti intelligenti per ‘smart cities’; gestione del patrimonio forestale, sia come serbatoio per l’assorbimento e la cattura della CO2, sia come mezzo di produzione di biomassa e biocombustibili. Il Forum, cui hanno preso parte l’Agenzia internazionale per l’energia e il commissario Ue al clima Connie Hedegaard, è il primo incontro internazionale ad alto livello dopo la conferenza mondiale sul clima di Durban. Il ministro Clini ha fatto un quadro dello scenario internazionale in materia. Due blocchi fatti da Usa e Ue; un terzo blocco costituito dal Giappone che vuole ridisegnare, dopo Fukushima, il proprio mix energetico; poi i Paesi in via di sviluppo, che chiedono anche loro di crescere senza troppi vincoli; infine la Cina «che è molto impegnata a livello globale con i meccanismi di partenariato». Il ministro ha parlato anche di «grande opportunità per l’Italia» offerta dal summit sullo sviluppo sostenibile a Rio de Janeiro in programma a fine giugno prossimo. «In Brasile – ha comcluso – ci sono più di 700 imprese italiane con posizioni da primato sia per fatturato che per i prodotti» che «hanno chiesto di essere presenti a Rio de Janeiro sotto la bandiera italiana».(Fonte CertineWs)