L’azienda, prima di avviare il processo di riconversione, produceva pali per l’illuminazione pubblica. L’accordo per la riconversione era stato siglato tra Regione azienda e sindacati nel 2008. Ora lo stop, “causato anche dalle lungaggini della Regione, che ha impiegato tre anni per emettere il bando per il contratto di programma”. A restare fuori dal processo anche i 55 dipendenti di Pali Italia, attualmente al terzo anno di cassa integrazione, per il futuro dei quali la Fiom ha chiesto un incontro alla terza commissione dell’Assemblea regionale siciliana, all’assessore alle Attivita’ produttive e all’azionista di riferimento del gruppo Tecnopali, Maurizio Grazioli.
“Se il bando fosse stato emesso in tempi ragionevoli avremmo avuto la possibilita’ di testare se l’iniziata industriale era genuina o meno – dichiara il rappresentante della Fiom Cgil di Palermo Francesco Piastra -. Questa prova non l’avremo mai. Adesso siamo davanti a questo dramma occupazionale. Chiediamo alle istituzioni di convocare Pali Italia, che comunque conta mille dipendenti con stabilimenti in Italia e all’estero e ha avviato processi di start up in Inghilterra. A questo punto occorre avviare un ragionamento per far rimanere un presidio del gruppo a Carini”. Per ironia della sorte, dice la Fiom, il bando della Regione per il contratto di programma e’ stato pubblicato il 28 marzo, lo stesso giorno in cui l’azienda ha rinunciato alla riconversione. (Fonte CertineWs)