Le protesi attuali, pur avendo dato buoni risultati nel ripristino della vista a soggetti non vedenti, richiedono complesse procedure chirurgiche per impiantare le componenti necessari. «A differenza dei precedenti impianti sottoretinici ed epiretinici che richiedono un alimentatore esterno, i fotodiodi in silicio ricevono alimentazione e dati attraverso un’illuminazione pulsata nel vicino infrarosso, erogata attraverso gli occhiali video», commenta Angelika Lingnau del Center for Mind/Brain Science (CIMeC) dell’Universit… di Trento. I ricercatori sono riusciti a dimostrare che le cellule bipolari nella retina dei ratti, sia danneggiate che sane, rispondono alla stimolazione elettrica a infrarossi. «La reazione della retina pu• essere attivata mediante l’intensit… di luce vicino all’infrarosso e con almeno due ordini di grandezza inferiori ai limiti di sicurezza oculari, importante per evitare il riscaldamento del tessuto». Fattore che suggerisce, secondo i ricercatori, che questa tecnica pu• essere usata anche sull’uomo. In pratica un computer portatile elabora le immagini video di una mini telecamera montata sugli occhiali, che a loro volta proiettano queste immagini sulla retina mediante impulsi a infrarossi (880-915 nm). Infine, i pixel nella matrice dei fotodiodi sottoretinici convertono la luce in correnti di stimolazione locali, che concretizzano la vista. (Fonte CertineWs)