Intanto, un centinaio di abitanti di un villaggio non lontano dalla centrale, Kawauchi, a meno di 20 chilometri a sudovest da Fukushima, sono stati autorizzati a recarsi brevemente nelle loro case per la prima volta dall’ incidente nucleare, per recuperare le loro cose e accudire gli animali. Gli ex residenti, che negli ultimi mesi hanno dovuto trasferirsi nei rifugi o a casa di conoscenti, sono stati condotti in autobus alle vecchie abitazioni, dove potranno sostare un paio d’ore indossando una tuta protettiva ed equipaggiati con un dosimetro e una trasmittente per poter comunicare con le autorità. Potranno recuperare solo poche cose, quelle che possono entrare in un apposito sacchetto, esclusi comunque animali, cibo o liquidi. Al termine del sopralluogo, dovranno sottoporsi ad un controllo delle radiazioni. Alla partenza dell’autobus, alcuni anziani hanno detto di voler rivedere i propri animali e recuperare delle fotografie della propria famiglia. Migliaia di cani, gatti, mucche e polli sono rimasti al villaggio dopo l’evacuazione decretata dopo l’ incidente nucleare.
La richiesta di aiuti finanziari, necessari per fare fronte ai giganteschi indennizzi a seguito della crisi nucleare nell’impianto di Fukushima n.1, è stata presentata oggi dal numero uno della compagnia, Masataka Shimizu, al ministro per l’Industria nipponico, Banri Kaieda, citando l’insufficiente disponibilità di capitali. «Faremo del nostro meglio per razionalizzare le risorse a disposizione», ha dichiarato Shimizu, che ha annunciato l’intenzione di restituire lo stipendio insieme ad altri dirigenti. Il numero uno di Tepco si è inoltre impegnato ad abbattere ulteriormente i costi di gestione, portando dal 50% al 60% il taglio ai salari dei top-manager a partire da questo mese, e a vendere gli ingenti asset del gruppo. Oltre che per i risarcimenti, il gestore elettrico dovrà trovare fondi aggiuntivi, almeno mille miliardi di yen (circa 8,7 miliardi di euro), per potenziare la produzione di energia nelle centrali termiche, una necessità primaria in seguito alla chiusura degli impianti nucleari per il sisma dell’11 marzo. Il governo nipponico, da parte sua, sta considerando l’istituzione di un organismo assicurativo per il pagamento degli indennizzi post Fukushima, nell’eventualità che Tepco non fosse in grado di farvi fronte, e per gestire le conseguenze di altri possibili incidenti atomici in futuro.
GIAPPONE: GOVERNO RINUNCIA AD AUMENTO IMPIEGO ENERGIA NUCLEARE
Il Giappone ha rinunciato al progetto di aumentare l’impiego dell’energia nucleare. Lo ha annunciato oggi il primo ministro Naoto Kan, a quasi due mesi dal terremoto e lo tsunami dell’11 marzo che hanno innescato la crisi nucleare ancora in corso all’impianto di Fukushima. Il progetto del governo prevedeva di aumentare dal 30 al 50% la percentuale di elettricità elettrica prodotta da centrali nucleari, affidando il 20% ad energie rinnovabili. Ma ora verrà rivista la percentuale affidata alle energie rinnovabili, che completerà il ricorso al petrolio e all’energia nucleare, ha affermato il primo ministro. La crisi di Fukushima ha messo in crisi le certezze giapponesi sul ricorso al nucleare. Il governo ha chiesto ad una seconda centrale nucleare, quella di Hamaoka, di cessare l’attività. L’impianto si trova sulle rive dell’oceano, in una località dove si ritiene vi sia un’alta probabilità di forti terremoti nell’arco dei prossimi 30 anni. (Fonte CertineWs)