Giappone, Iodio radiottivo 3.355 volte sopra la norma


USA-GIAPPONE: ACCORDO PER AFFRONTARE CRISI NUCLEARE

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il primo ministro giapponese, Naoto Kan, si sono sentiti al telefono e hanno deciso di affrontare insieme la crisi nucleare della centrale di Fukushima, provocata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo. Lo hanno reso noto funzionari governativi americani.

GOVERNO, ISPEZIONI A TUTTI REATTORI NUCLEARI
Il governo giapponese, su iniziativa del ministero dell’Industria, ha disposto il controllo urgente di tutti i reattori nucleari del Paese per garantire che non si ripetano scenari come quelli che hanno portato al danneggiamento e alla «criticità» della centrale nucleare di Fukushima.
Il ministro dell’Economia, Commercio e Industria, Banri Kaieda, ha inviato una lettera in tal senso ai vertici delle 9 società elettriche regionali nipponiche e a due operatori che gestiscono altri impianti nucleari. Il Giappone ha 54/55 reattori, tutti situati lungo la costa e disseminati su un arcipelago a fortissimo rischio sismico. L’iniziativa, in base a quanto spiegato da Kaieda nel corso di una conferenza stampa trasmessa in parte in tv, è nata dopo aver esaminato meccanismi e carenze che hanno portato alla crisi della centrale di Fukushima, la cui messa in sicurezza è ancora tutta da raggiungere. I reattori n.5 e n.6, quelli già fermi per manutenzione e meno problematici degli altri quattro, sono già in stato di arresto a freddo. Prima dello smantellamento, come è ovvio, è necessario che i tecnici della Tepco riescano prima di tutto a portare il surriscaldamento dei reattori nella norma. «Purtroppo, è necessario ancora del tempo prima che la situazione torni sotto controllo e si possa essere certi che le persone siano al sicuro dalle radiazioni», ha concluso Edano, indicando che i residenti evacuati dalla centrale di Fukushima non potranno fare ritorno alle loro abitazioni a breve.

NUCLEARE: GREENPEACE, IN GIAPPONE MONITORAGGIO ANCHE SU LATTE E VERDURE
Il gruppo di esperti in contaminazione radioattiva di Greenpeace, ritornato a Tokyo dopo una prima missione di ricerca a Fukushima, ha annunciato l’intenzione di aumentare le attività di monitoraggio nella regione e ha chiesto al governo giapponese di mettere in sicurezza la popolazione locale, ampliando la zona ufficiale di evacuazione. Il team di monitoraggio, si legge in una nota, ha riscontrato livelli tali di radiazione da richiedere l’evacuazione di diverse località, compresa la cittadina di Iitate, 40 chilometri a nord-ovest dalla centrale nucleare di Fukushima/Daiichi e 20 chilometri oltre la zona di evacuazione ufficiale. «Mentre le nostre prime misurazioni confermano i dati delle autorità giapponesi, le stesse autorità non riescono a proteggere adeguatamente la popolazione e non forniscono sufficienti informazioni», afferma in conferenza stampa a Tokyo, Jan van de Putte, esperto in sicurezza da radiazioni. «È nostro obbligo morale comunicare adesso i nostri risultati. La maggior parte delle persone vive ancora in aree contaminate come Iitate, dove bastano pochi giorni per essere esposti alla dose massima di radiazione consentita in un anno». Il Governo, aggiunge, «deve agire immediatamente per evacuare le zone più contaminate, a cominciare dai bambini e dalle donne in stato di gravidanza. Questa settimana torneremo nella zona di Fukushima per continuare a testimoniare la reale situazione e per fornire alla popolazione un’analisi indipendente sugli impatti dell’incidente nucleare».

TURISMO: PRESTIPINO,TRAGEDIA GIAPPONE PORTA RICADUTE SU ROMA
«La tragedia giapponese sta già portando delle ricadute e se è vero che cresce il turismo russo, così come quello cinese, va detto che si tratta di forme di turismo mordi e fuggi, che non producono quella ricchezza che una città come Roma dovrebbe produrre». Lo ha detto l’assessore al Turismo della Provincia di Roma Patrizia Prestipino durante il convegno ‘Eccellenze, problemi e sviluppo del turismo romanò organizzato dalla Fiavet Lazio. «Il primo attrattore turistico di Roma – ha aggiunto – deve continuare ad essere la cultura perchè se non si investe sui siti archeologici e artistici non si producono turismo e ricchezza. È vero, infatti, che sono aumentati gli ingressi a Roma, ma le permanenze sono esigue». (Fonte CertineWs)

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