Infatti era gia’ successo, alcuni anni fa, che fosse riprodotto il marchio a fuoco del prosciutto di Parma, ma la copia era molto grezza e anche l’occhio meno esperto riusciva a capire con un po’ di attenzione che si trattava di un tarocco. Secondo la Coldiretti, vista la precisione della copia, gli inquirenti ipotizzano che i falsificatori abbiano rilevato con un laser la figura stampigliata su una forma legale per poi creare (usando le indicazioni contenute nello stesso disciplinare di produzione del Consorzio del Grana Padano) lo stampo e quindi il marchio in metallo necessario “taroccare a fuoco” le forme di grana illegali. Tutto perfetto o quasi. Perche’ ogni certificatore del Consorzio del Grana Padano e quindi ogni possessore dei marchi originali da stampigliare sulle forme, ha un proprio particolare e personale segno di riconoscimento per riuscire a rintracciare ciascuna delle 4 milioni di forme di grana prodotte ogni anno. Partendo da questo dettaglio segreto mancante, i carabinieri hanno scoperto che c’erano dei pezzi abusivi, risalendo sino alla fonte. Un’altra dimostrazione dell’importanza del ‘made in Italy’ e degli interessi in gioco. La difesa del vero agroalimentare italiano e la certezza sull’origine del prodotto utilizzate e’ una posizione che non riguarda solo le aziende agricole, ma rappresenta una condizione fondamentale per garantire la sicurezza dei consumatori e la crescita della nostra economia. (Fonte CertineWs)