Bruxelles apre una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’Ilva di Taranto. Roma è stata ritenuta “inadempiente” sulla norma per la responsabilità ambientale, sulle prescrizioni europee e sulle emissioni industriali con drammatiche conseguenze per la salute e ambiente.
E il Belpaese viene ritenuto «inadempiente» anche per il mancato rispetto sulla responsabilità ambientale, per il principio di chi «inquina paga».
Le autorità italiane «hanno avuto molto tempo per garantire che le disposizioni ambientali fossero rispettate», spiega il commissario all’Ambiente Janez Potocnik, a capo della direzione generale che ha preparato il provvedimento. «Questo è un chiaro esempio del fallimento nell’adottare misure adeguate per proteggere salute umana e ambiente». «Spero che le buone intenzioni del governo che mi sono state espresse dal ministro Orlando in un incontro ieri a New York – aggiunge – siano provate con passi e azioni concrete».
«Bruxelles riconosce il lavoro del governo sull’Ilva» – evidenzia il ministro Orlando – e «la prima risposta» all’apertura della procedura di infrazione «sarà l’approvazione del nuovo piano ambientale che, come previsto dal decreto, nelle prossime settimane sarà sottoposto in via preliminare, a consultazione pubblica. Gli interventi di risanamento e di innovazione che i commissari stanno ultimando sono parte essenziale di questa risposta».
Di un «grande segnale» dall’Europa parlano le organizzazioni ambientaliste tarantine Peacelink e Fondo antidiossina, che hanno giocato un ruolo importante in questa partita, impegnandosi con tutte le risorse per portare la vicenda all’attenzione di Bruxelles. Così «la Commissione si fa garante della messa a norma dello stabilimento», dicono.
Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora in arrivo da Bruxelles. Due mesi per dimostrare che dalle parole è passata ai fatti.
FONTE: Redazione CertineWs/MD