Ma c’è bisogno di un confronto per capire se quello che si sta andando nella giusta direzione. Ecco il significato di un punto di riferimento per la misurazione e dei dati statistici per il confronto” afferma Fulvio Rossi, csr manager Terna. Gli standard del Global reporting initiative, sottolinea Rossi, “dovrebbero servire ad uniformare il modo in cui le aziende rendono conto delle proprie iniziative in campo socio ambientale. L’esperienza pratica del confronto però mostra come in realtà l’applicazione di queste protocolli spesso è molto personalizzata rendendo difficile il confronto”. Per Marisa Parmigiani, responsabile sostenibilità Gruppo Unipol, “ogni processo di cambiamento può esser un’opportunità ma sicuramente sarà complesso arrivare a dei risultati che possano essere sufficientemente standardizzati per essere utilizzate come metriche di valutazione di policy pubbliche”. Il problema, per la Parmigiani “è che ci scontriamo tra l’esigenza di un’impresa di individuare indicatori per la definizione della propria strategia nella valutazione e l’esigenza del pubblico di avere indicatori classerizzabili e integrabili per poter prendere delle decisioni che riguardano la collettività e non la singola impresa. Lo sforzo è sicuramente significativo, la sfida è ampia. Vedremo quello che si riesce a fare”. Gli indicatori di sostenibilità “possono essere un fattore di propensione al miglioramento” commenta Silvio De Girolamo, direttore Csr di Autogrill, sottolineando che si tratta di un progetto che “potrà dare sia alle imprese che alle istituzioni gli strumenti per capire la correlazione tra gli indicatori di sostenibilità di un’impresa e gli indicatori che, invece, rappresentano la creazione di valore anche per il paese”. (Fonte CertineWs)