L’impatto del Covid-19 secondo i CFO italiani ed europei

Secondo la maggior parte dei CFO italiani ed europei, l’impatto negativo della pandemia di Covid-19 sul fatturato delle aziende proseguirà fino all’autunno 2020, con effetti significativi in termini di investimenti e occupazione, mentre le priorità aziendali nel breve termine riguarderanno liquidità, nuove modalità di lavoro e piani di comunicazione per mantenere la fiducia degli stakeholder.

È questo il quadro che emerge dall’edizione primaverile della European CFO Survey di Deloitte, una panoramica delle aspettative di circa 1.000 CFO di 18 Paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera) sulle ripercussioni economico-finanziare del Covid-19.

In media, il 63% dei direttori finanziari è preoccupato per le prospettive finanziarie della propria azienda, un aumento di quasi 30 punti percentuali in soli sei mesi, e di gran lunga la percentuale più elevata mai registrata dall’inizio delle rilevazioni Deloitte nel 2015. Se già prima dell’emergenza sanitaria la bassa crescita dell’Eurozona destava preoccupazione tra i CFO, il rallentamento dell’attività economica indotto dalle misure restrittive ha provocato un crollo del business sentiment in Italia e in Europa.

Quanto durerà la recessione? Secondo l’80% dei CFO, gli effetti negativi del lockdown sul fatturato delle aziende dureranno fino ad autunno inoltrato, mentre 1 su 3 prevede nei prossimi sei mesi un calo dei ricavi a doppia cifra. Non sorprende che i direttori finanziari delle aziende attive in ambito turismo e travel siano particolarmente preoccupati dall’impatto della pandemia nel breve termine, mentre si rileva maggiore fiducia nei settori health e life-science.

Prevale invece maggiore ottimismo nel lungo termine: solo il 10% dei CFO immagina una significativa contrazione dei ricavi nel 2021 e quasi il 30% degli intervistati pensa che il fatturato della propria azienda tornerà ai livelli pre-crisi, anche se più della metà del campione si aspetta che gli effetti negativi della pandemia influenzeranno in qualche modo anche il 2021.

Riccardo Raffo, Partner di Deloitte e CFO Program Leader, ha commentato: “Ora che la maggior parte delle economie europee si appresta ad allentare le misure di lockdown decretate per contenere la pandemia di Covid-19, più che un netto rimbalzo delle attività produttive ci aspettiamo una graduale ripresa dell’economia, in particolare tra fine 2020 e primo semestre 2021. Una crescita di lungo periodo che auspichiamo sostenibile e inclusiva.

La recessione sta portando le aziende europee a rivedere i piani di investimento e assunzione: infatti, il 41% dei CFO prevede di ridurre le proprie spese in conto capitale nei prossimi 12 mesi, mentre il 38% degli intervistati ipotizza una diminuzione del numero dei dipendenti, contro il 21% che ne prevede un aumento.

Come emerso dalla European CFO Survey di Deloitte, per favorire la ripresa economica nel breve termine, le aziende si stanno concentrando principalmente su misure chiave riguardanti liquidità, nuove modalità di lavoro e piani di comunicazione:

  •  Il 74% dei CFO sta tagliando i costi per rispondere alla crisi;
  •  Il 66% dei direttori finanziari sta dando priorità all’istituzione di nuove modalità di lavoro, come Smart Working e Telelavoro, per tutelare la salute della forza lavoro e garantire la continuità del business;
  •  Il 35% degli intervistati ritiene essenziale l’elaborazione di piani di comunicazione efficaci per mantenere la fiducia degli stakeholder.
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