L’uomo da sempre ha cercato rimedi al dolore fisico, rimedi che la natura gli offriva, ogni espediente purché quella morsa che toglie persino la capacità di pensare finisse. La medicina col tempo ci ha offerto le più disparate soluzioni. Ma è indubbio che dovere della scienza medica e degli operatori è evitare il dolore. Così Ippocrate invitava i suoi allievi a giurare, dopo aver giurato egli stesso, : “sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa”. La cura deve non essere peggiore del male, perché tutta l’opera del medico deve essere diretta al bene del paziente.
A volte, però, la morte si presenta all’improvviso dovuta all’errore di chi dovrebbe curarti o dalla disorganizzazione delle strutture a cui si richiede assistenza. In questo caso il dolore è ancora più sentito. Errori, inefficienze e altri disservizi non rendono facile la vita dei pazienti italiani. Nel nostro bel Paese infatti si contano, ogni settimana, 4 casi di presunta malasanità che finiscono sotto la lente d’ingrandimento della Commissione errori. In pratica uno ogni due giorni. Dati allarmanti direi soprattutto se si pensa che non sono tutti i casi, ma solo quelli di cui si occupa “ufficialmente” la Commissione parlamentare. Sono episodi che in buona percentuale hanno fatto registrare la morte del paziente, o per errore diretto del personale medico e sanitario, o per disservizi e carenze strutturali. I casi di malasanità non sempre però hanno a che fare con l’errore diretto del camice bianco. Spesso sono figli di disservizi, carenze, strutture inadeguate. Tutte lacune del Servizio sanitario nazionale che la Commissione in merito cataloga come “altro”. Se si pensa che il diritto alla salute è sancito dalla nostra Costituzione, siamo noi che sempre più spesso questo concetto lo annulliamo del tutto e ce ne ricordiamo solo quando si verifica un caso specifico di mala sanità, gridando allo scandalo, “episodi del genere non dovrebbero verificarsi” questa è la frase ad effetto che circola sui media, ma poi tutto torna inesorabilmente come prima e la storia si ripete. A mio avviso la colpa è dei cittadini, che si adeguano e, pur pagando le tasse (sapete perché paghiamo le tasse?), si rifiutano di chiedere a gran voce ospedali efficienti e medici competenti. Come fare per risolvere il problema? Chiedere, pretendere sempre, senza stancarsi e abbattendo il muro di silenzio, eretto per scambi di favore. Dopotutto loro, i politici, ci temono, perché senza di noi non siederebbero sulle poltrone del potere. /LS