Gli incontri si terranno il 5 e il 6 maggio. In Italia esistono tantissime certificazioni che si riferiscono a prodotti e servizi e sono concessi da diversi organismi.
Nelle aree protette hanno anche la funzione di coinvolgere gli operatori del territorio in buone pratiche ambientali. Gli enti gestori, ai sensi della legge quadro sui Parchi (394/91), possono concedere l’uso del proprio “emblema” a servizi e prodotti locali che presentino requisiti di qualità e che soddisfino le finalità dell’area protetta. E la credibilità di un marchio, quindi la sua possibilità di fungere effettivamente da mezzo di valorizzazione, dipende da come è concepito il processo che porta a determinare le sue caratteristiche, le procedure per la concessione ed il controllo.
Nonostante gli sforzi fatti da molti parchi e, nel 2004, da un gruppo di lavoro del ministero dell’Ambiente, ancora oggi le aree protette nazionali e regionali concedono il “marchio”, nelle maniere più varie e, spesso, contraddittorie. A seguito di queste esperienze è emersa tra i gestori delle aree protette l’esigenza di riferimenti comuni che possano aiutare a impostare in maniera efficace questo strumento.
Un riferimento comune a livello nazionale aiuterebbe i parchi anche in una uniforme applicazione di processi gestionali e di strumenti volontari quali la Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette, Agenda 21 locale, ISO 14001/EMAS e altri. Il corso/workshop (in collaborazione con il Centro universitario di Bertinoro) si rivolge a operatori di: aree protette italiane (parchi nazionali, parchi regionali, ecc..), organizzazioni/associazioni che operano in campo ambientale, associazioni di categoria che si occupano di qualità e marketing nonché a tecnici di altre amministrazioni pubbliche. (Fonte CertineWs)