Questo quanto prevede oggi il testo del Ddl, e sempre che dopo la fiducia ottenuta si arrivi all’approvazione alla Camera senza modifiche entro il 27 febbraio. La riforma permetterebbe di equiparare i fondi italiani con quelli esteri e alle sicav estere, dove l’imposta viene calcolata sul realizzato e in capo ai detentori di quote. Finora il comparto risultava penalizzato, senza considerare che i redditi derivanti dai fondi comunitari non armonizzati venivano assoggettati alla stessa forma di prelievo di quelli armonizzati con ritenuta secca al 12,5%. (Fonte: CertineWs)