Il covid ha fortemente rallentato, se non addirittura fermato, molti settori economici. La paura di molte persone era quella che potesse rappresentare un ostacolo insormontabile anche per i tribunali e, in particolare, per le cause di giustizia familiare civile, che vedono spesso al centro questioni come l’affidamento dei figli minori, ma anche gli assegni di mantenimento, che in un periodo di crisi profonda rappresentano uno strumento importantissimo per andare avanti.
Ma è proprio in questo momento di difficoltà che il settore della giustizia familiare civile ha riscoperto il suo valore più sociale e il ruolo importante che svolge nel riportare armonia tra i componenti della famiglia, in particolar modo per i minori, e allontanare le minacce.
“Noi avvocati matrimonialisti non abbiamo mai sospeso la nostra attività. – Spiega l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta di diritto di famiglia – Va, però, detto che è molto cambiata la nostra attività, non solo negli aspetti pratici, cioè nell’eseguire le consulenze con i dovuti strumenti di sicurezza, ma anche dal punto di vista concettuale, diventando una professione molto più utile socialmente e molto più umana, ancora più vicina alle persone.”
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i rapporti tra i legali e i tribunali e tra i legali e gli assistiti sono diventati principalmente telematici, ottenendo risposte quasi immediate, e proseguendo il processo in forma scritta.
“Gli unici rinvii facevano principalmente riferimento a udienze in cui era necessaria la presenza. – Prosegue l’Avvocato Ruggiero – Ma da giugno-luglio anche le udienze di presenza sono ricominciate, con i giudici togati, e da settembre con i giudici onorari delegati per alcuni incombenti (ad esempio le prove testimoniali). Questo non vuol dire che siamo tornati a lavorare come prima di marzo. Le cancellerie, ad esempio, hanno proseguito il lavoro con richieste scritte per appuntamento, continuando a svolgere un ruolo essenziale nello scaricare le varie udienze, i vari adempimenti e vari rinvii telematicamente. Noi avvocati siamo sempre stati informati dei rinvii e delle trattazioni scritte, in modo puntuale”.
Purtroppo, però, non sono mancati i ritardi, anche se in misura molto inferiore a quanto si temeva, dovuti principalmente a questioni legate alla tecnologia.
“Va, comunque, sottolineato che i ritardi si sono avuti solo presso alcuni uffici minorili per le decisioni e per la visione dei fascicoli, in quanto non ancora attrezzati con il telematico e solo da settembre con possibilità di entrare personalmente in Tribunale. I Tribunali limitrofi a Roma, come ad esempio il Tribunale di Velletri, ha subito iniziato da maggio-giugno con le udienze di presenza a orario. Insomma, la giustizia civile di famiglia, anche se con protocolli diversi a seconda dei Tribunali, non si è mai fermata e si è convertita alla trattazione scritta, che in alcuni casi è molto più celere e utile. E per le udienze in cui non c’è la necessità di discutere oralmente, a mio parere sarebbe forse importante prevederla per il futuro con le dovute modifiche normative. L’aspetto che è stato più complesso in questo periodo è sempre quello umano perché le persone non presenziando in udienza ritenevano che il tutto fosse fermo. Ci è voluto tanto lavoro dell’avvocato per far comprendere le nuove dinamiche processuali. Come sempre la nostra prima linea è sempre fondamentale e utile alla società. Nel complesso, la giustizia familiare civile è promossa” conclude l’Avvocato Ruggiero.