Lo ha annunciato il ministero dell’Ambiente tedesco. I tre reattori più moderni del Paese di fermeranno al più tardi a fine 2022, ha dichiarato il ministro Norbert Rottgen (Cdu) dopo una riunione tra i leader della coalizione e la cancelliera Angela Merkel. Otto dei 17 reattori tedeschi già tagliati, dopo la catastrofe di Fukushima, dalla produzione di energia elettrica non saranno più riattivati, ha aggiunto Rottgen, definendo la decisione «irrevocabile».
IN ITALIA SI RIAPRE IL DIBATTITO
La decisione della Germania di abbandonare totalmente il nucleare entro il 2022 «è evidentemente una decisione di carattere politico, nè una decisione tecnica, nè di tipo economico». Lo ha affermato il presidente del Centro studi di geopolitica economica, Carlo Jean, a margine del simposio ‘Energie e atomo promosso dalla Fondazione Ducci presso l’Accademia dei Lincei a Roma. «Angela Merkel – ha detto Jean – visti i risultati politici disastrosi ottenuti è tornata sulle sue idee ed ha fatto un piano accelerato di smantellamento del nucleare, che finirà per costare abbastanza alla Germania». Per quanto riguarda l’Italia, ha osservato l’esperto, «se dovessimo sostituire l’energia che importiamo dall’estero, quindi in parte energia nucleare, ciò ci costerà diversi miliardi di euro». Oggi, ha rilevato Jean, «già vari Paesi, in ogni caso, hanno dichiarato che non faranno a meno del nucleare». Quanto all’Italia, ha proseguito, «credo che le energie rinnovabili rappresentino una strada che deve entrare nel nostro mix energetico; quanto al fatto che possano entrare nel mix energetico del mondo – ha concluso – non lo credo, poichè il consumo di energia triplicherà da qui al 2050».
PD: BENE GERMANIA, GOVERNO ITALIANO DESOLANTE
«Il paese che ha la maggior crescita in Europa oggi decide di abbandonare il nucleare. La Germania dimostra con i fatti che il più grande paese industriale d’Europa può fare a meno del nucleare. Ciò dimostra una volta di più che la scelta del governo Berlusconi di riportare indietro il nostro paese verso le centrali atomiche è una scelta sbagliata, costosa, rischiosa e non necessaria.» Lo afferma Stella Bianchi, responsabile Ambiente della segreteria del Pd. «Lo spettacolo del governo italiano impegnato solo a scappare dal referendum e dal giudizio dei cittadini – continua la Bianchi – è sempre più desolante. L’Italia ha bisogno di scelte chiare e condivise, di una strategia energetica che punti sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo – conclude l’esponente democratica – è il futuro delle politiche energetiche».
VERONESI, DECISIONE STOP GERMANIA PER NON PERDERE VOTI
Decisioni come quella della Germania, che ha annunciato l’intenzione di dire addio al nucleare entro il 2022, sono «scelte influenzate dall’ondata di panico per il disastro di Fukushima, fatte per il terrore di perdere voti». È il parere espresso dall’oncologo Umberto Veronesi, presidente dell’Agenzia per la sicurezza sul nucleare, oggi a Milano a margine della cerimonia per l’assegnazione delle Borse di studio ‘L’Orèal Italia per le donne e la scienzà. «Il disastro di Fukushima ha creato un’erosione che si è riflessa anche sul mondo politico – spiega il direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano – Il terrore di perdere voti ha fatto prendere decisioni nella direzione dell’addio all’atomo». Secondo l’ex ministro della Sanità, si tratta però di «decisioni legate a un evento specifico che non derivano da alcuna valutazione razionale sul tema».
RAMPELLI (PDL), GERMANIA DIMOSTRA CHE SI PUÒ FARNE A MENO
«La scelta della Germania di uscire dal nucleare smaschera le falsità che si raccontano al riguardo in Italia». Lo ha detto Fabio Rampelli, del Pdl. «È una tecnologia troppo rischiosa che nessun stress test è in grado di gestire, non è conveniente sul piano dei costi, ha lasciato irrisolto il tema dello stoccaggio delle scorie radioattive, non è vero che i paesi industrializzati non possono farne a meno visto che la Germania è il paese più industrializzato d’Europa. La decisione tedesca segna la fine di un’epoca». «Spero a questo punto – continua – che la maggioranza apra una riflessione e non si faccia più abbindolare dalla lobby dell’atomo per rivendicare politicamente, in quanto atto cosciente e responsabile, la cancellazione del programma nucleare, invece di subirlo come una sconfitta. Si tratta invece di un grande atto di coraggio e lungimiranza». (fonte CertineWs)