«I rischi di rotture nell’isolamento e di fughe radioattive importanti sono altrettanto reali che in Giappone» scrive l’ong ecologista, che esprime dubbi sui metodi di analisi utilizzati dagli autori dei rapporti ufficiali. Questi studi, spiega Greenpeace, «si basano unicamente sulla concezione iniziale delle installazioni, quindi l’invecchiamento e l’usura degli edifici e dei componenti non sono presi in considerazione». Inoltre, non vengono tenuti presenti una serie di fattori esterni, tra cui il fattore umano. Mancano inoltre «piste per cercare di migliorare la sicurezza dei reattori nucleari e diminuire così la probabilità di un incidente». (Fonte CertineWs)