La revisione, iniziata a gennaio, permetterà di arrivare a identificare debolezze e punti di forza delle centrali europee e, di conseguenza, di stilare raccomandazioni concrete per migliorarne la sicurezza a livello Ue. Sono infatti 14 gli stati membri ad avere reattori attivi sul prorio territorio (Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Olanda, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna), più la Lituania che è già però in fase di dismissione dei suoi impianti. Il processo di stress test, avviato dopo l’incidente avvenuto nella centrale giapponese di Fukushima, mira a valutare, e quindi ad aumentare dove necessario, il livello di sicurezza e resistenza dei reattori a catastrofi naturali o incidenti provocati dall’uomo, inclusi attacchi terroristici. Bruxelles ha già identificato quattro aree in cui migliorare i requisiti di sicurezza, ovvero, standard tecnici, concessione delle licenze, controlli, gestione transfrontaliera delle crisi, e responsabilità e indennizzi in caso di incidente. (Fonte CertineWs)