Il Parlamento europeo approva il Programma pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020. Questa innovazione si traduce nei laboratori di ricerca nello spostare il focus dei test dal “animal relevant” al “human relevant”, ovvero sostituire ratti e criceti con riproduzioni robotiche e di microingegneria.
Nella scienza del futuro made in Europe non ci sarà presto più spazio per la sperimentazione animale. Il nuovo programma quadro per la ricerca Horizon 2020 approvato dal Parlamento europeo prevede oltre 70 miliardi di finanziamenti per soggetti pubblici o privati che fanno ricerca in modo innovativo, il che esclude i classici test da laboratorio sugli animali.
Si tratta del quadro pluriennale 2014-2020 per la ricerca Horizon 2020, il più grande programma di ricerca mai promosso dall’Europa, uno dei pochi capitoli di spesa del prossimo bilancio settennale Ue con segno positivo, ovvero aumentato da 50 a 70,2 miliardi. L’incremento si deve in gran parte alla creazione di un nuovo pilastro, quello della “Leadership industriale”, uno strumento forte di 17,01 miliardi di euro che si propone di accompagnare l’industria e in particolare le piccole e medie imprese (a loro spetteranno almeno 3,4 miliardi) nello sviluppo di “processi innovativi”. Una cosa che negli States stanno cercando di fare da tempo, come testimonia il “National Institute of Health’s automated robot-technicians”, il laboratorio robotico più avanzato al mondo del valore di 50 milioni di euro e di proprietà del governo Usa, che lo sta usando per testare sostanze chimiche al ritmo di centinaia a settimana invece degli anni che ci vorrebbero con i test sugli animali.
Il nuovo Programma quadro per la ricerca di 7 anni (2014-2020) si basa su tre pilastri: Excellent sciences, Industrial leadership e Social challenges, quindi a interessarsi ai metodi alternativi non sono gli animalisti, ma le industrie e la ricerca. Un chiaro esempio dell’importanza di investire nelle alternative è lo “Human brain project” (il progetto europeo più avanzato al mondo) che, grazie al supporto di “Horizon 2020”, produrrà il primo cervello in microchip tra soli tre anni e in Italia c’è chi sostiene, addirittura, che tali metodi non esistono.
Mentre oltreoceano – si legge infine in una nota della Lega anti vivisezione – esistono laboratori robotici che testano centinaia di sostanze chimiche in pochi giorni, qui si continuano a allevare, e uccidere milioni di animali: un modello di ricerca che pone gravi problemi etici, tempi di ricerca lunghissimi e dati non trasferibili all’uomo. Il nostro Paese non può perdere l’occasione di risorgere economicamente, culturalmente e diventare competitivo lasciandosi alle spalle gli obsoleti modelli animali e la frangia di ricercatori che ignora il futuro difendendo la vivisezione.
CertineWs/MGD