Milano, 30 ottobre 2013 – E’ stata pubblicata dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione la nuova norma UNI 11500:2013 “Sicurezza della città e del cittadino – Partenariati Pubblico Privato – Linee guida per elaborare accordi di partenariato” che fornisce una guida per elaborare accordi tra organizzazioni pubbliche e/o private che devono coordinarsi e cooperare per fronteggiare eventi destabilizzanti, prima, durante e dopo il loro accadimento. La norma identifica i principi, la pianificazione e lo sviluppo dell’accordo di cooperazione con l’obiettivo di regolare le relazioni tra le organizzazioni coinvolte, assicurando la loro interoperabilità, la governance delle loro azioni ed il rispetto degli accordi e delle clausole contrattuali.
Il numero dei disastri accaduti nel corso degli ultimi anni ha fatto infatti emergere l’esigenza di un sempre maggiore legame tra le organizzazioni pubbliche e private al fine di migliorare la mitigazione complessiva dei rischi e ottimizzare la preparazione, la capacità di risposta, i programmi di continuità e ripristino all’interno della società civile. Il partenariato, nella sua forma di accordi o contratti tra organizzazioni pubbliche e private, è diventato lo strumento maggiormente utilizzato per garantire i differenti servizi. In relazione alle questioni inerenti la sicurezza, esso rappresenta il modello normativo più valido ed efficace per la gestione degli eventi destabilizzanti (naturali, tecnologici e umani, intenzionali e involontari).
Il documento, messo a punto in seno alla commissione tecnica UNI “Sicurezza della società e del cittadino”, si applica a tutte le organizzazioni – indipendentemente dal tipo, dimensione e natura delle attività esercitate – nei settori pubblico, privato o volontario, comprese le organizzazioni no‐profit o le organizzazioni non‐governative.
“La nuova fonte del diritto, in un’era globalizzata come quella che viviamo, ha le sue radici nel ‘contratto’. E il contratto tipico per realizzare progetti comuni, così come gestioni congiunte di scenari critici, è proprio la partnership”, spiega Adarosa Ruffini, avvocato e docente della Facoltà di ingegneria di Pisa, nonché relatrice della norma UNI.
Il “contratto” sta dunque diventando la fonte principale di una nuova forma di diritto, quello dei tecnici, che crea una sorta di “diritto mite” e stabilisce i criteri della “nuova economia” globalizzata quale strumento attuativo dell’organizzazione della società civile.
Il Partenariato, a sua volta, si sostanzia nella previsione di un insieme strutturato di accordi che impegnano le parti coinvolte nella precisazione di criteri che consentano di stabilire l’obiettivo ottimale per tutti i contraenti dell’accordo, la determinazione di regole per l’instaurazione e lo sviluppo della relazione, l’individuazione degli strumenti per il controllo e la verifica del rispetto degli accordi definiti.
Lo schema di riferimento di queste relazioni di Partenariato costituisce quindi un nuovo strumento giuridico nel quale muta il concetto di prestazione bilaterale o plurilaterale equipollente in favore del perseguimento di un nuovo oggetto contrattuale che è dato dallo scopo comune.
Applicare un modello normativo all’interno delle relazioni di partenariato è una sfida di grande rilevanza e, insieme, una sperimentazione che possiede premesse metodologiche assai solide.
“La normazione cogente – prosegue infatti Adarosa Ruffini – ha un limite ben noto che risiede nell’ambito per così dire ristretto della sua efficacia. Efficacia che si dispiega all’interno dello Stato nel quale essa viene promulgata. Gli accordi di partenariato invece, inserendosi per loro natura in una dimensione globalizzata, che travalica i confini nazionali, enfatizzano l’importanza e il ruolo della normazione convenzionale pattizia. In questo senso la normazione volontaria può essere lo strumento adeguato per disciplinare efficacemente questi nuovi scenari”.
“Noi crediamo molto in questo strumento – conclude Adarosa Ruffini – da utilizzare come propulsore e come forma di incentivazione di accordi di partenariato pubblico/privato”.
Va sottolineato infine il ruolo fondamentale che UNI ricopre a livello internazionale sia all’interno del comitato ISO TC 223 “Societal Security” sia nel neo costituito ISO PC 286 “Collaborative business relationship management – Framework” nel quale l’esperienza italiana maturata con la nuova norma UNI 11500 serve da base per l’elaborazione di uno standard internazionale su questo argomento.
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