All’annuale festival del Curruñao, nella cittadina di La Quebrada (distretto di San Lui en Cañete, 140 km a sud di Lima) uso vuole che i gatti perdenti, nella tradizionale gara tra i felini, finiscano in pentola e poi gustati in un collettivo banchetto. Non più:un magistrato, María Luyo Sánchez, attraverso una sentenza ha vietato l’abbuffata di felini domestici cucinati alla griglia o in stufati alla fine di una corsa nella quale i perdenti finivano nel pentolone , denunciando una crudeltà pericolosa non solo per gli animali, ma anche per gli esseri umani che vi assistono.
La tradizione risaliva all’epoca coloniale. Fa parte della celebrazione religiosa di Santa Ifigenia, unica vergine nera popolare nel folclore africano-peruviano, il cui culto affonda le radici in Etiopia. L’origine dell’usanza di mangiare i gatti è tuttora sconosciuta, anche se diversi storici ipotizzano che sia inizialmente derivata dalla necessità di proteine animali degli africani schiavizzati nelle piantagioni di canna da zucchero del Paese sudamericano. La «Carrera de gatos», la corsa dei gatti, era il momento clou della festa, che si svolge ogni settembre. Culminava con la condanna ed esecuzione dei felini perdenti.
Le autorità sanitarie peruviane giudicano il consumo di carne di gatto potenzialmente nocivo per la salute: le vittime non sono soggette a controlli di alcun tipo.
E parte degli psicologi del Paese reputano le crudeltà perpetrate nel Festival (i gatti venivano annegati in sacchetti di palstica, scuoiati, a volte addirittura legati ai fuochi d’artificio e fatti saltare in aria) traumatiche per le persone più facilmente impressionabili.
La denuncia era stata presentata dalla Commissione Diritti degli Animali del Collegio degli Avvocati di Lima, e alla campagna avevano aderito varie associazioni contro la crudeltà nei confronti degli animali.La decisione del giudice ha provocato tafferugli, ed è finita sul tavolo del Ministero, che valuterà una legge per proibire il consumo di carne felina in tutto il Paese.
CertineWs/MD