Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente (Dta) del Consiglio Nazionale delle Ricerche interviene così in una nota nel dibattito sui destini dell’Artico dove, oltre ai temi della ricerca e della tutela dell’ambiente, si intersecano le attenzioni della comunità internazionale per le prospettive nel campo di trasporti marittimi e dello sfruttamento delle risorse energetiche. «Pertanto -prosegue Brugnoli- è necessario investire nelle aree polari sia a livello di ricerca che con le politiche internazionali. In tal senso, sono positive le iniziative che garantiscono continuità e programmazione pluriennale, come particolarmente positivo è il sostegno da parte del Miur per il rilancio del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, che ha ricadute anche sulle ricerche nell’Artico». Un esempio dell’utilità della presenza dei ricercatori nelle regioni estreme del pianeta è rappresentato, sottolinea lo scienziato del Cnr, proprio dal recente terremoto registrato in Alaska, che «evidenzia la necessità di mantenere e implementare gli studi e le ricerche nell’area Artica e nelle regioni Polari in generale». Il Dta del Cnr, con la base Dirigibile Italia di Ny-Alesund sulle isole Svalbard, contribuisce sostanzialmente a queste ricerche e allo studio dei cambiamenti climatici, che stanno provocando lo scioglimento dei ghiacci Artici. «È chiaro -ribadisce Brugnoli- che l’Italia non può rimanere esclusa dalle nuove prospettive commerciali ed energetiche che inevitabilmente si stanno aprendo in quest’area». «L’attività del Cnr -conclude- è funzionale al Paese per acquisire un ruolo importante nella regione e nel Consiglio Artico, in accordo con il nostro Ministero degli Esteri, così come ribadito durante la visita dell’Ambasciatore Antonio Bandini alla base nei giorni scorsi». (fonte CertineWs)