Esse sollevano, dunque, molti interrogativi sul versante della privacy. Per proteggere i consumatori la Commissione Europea ha firmato un accordo con l’industria: l’intesa , ha lo scopo di fissare orientamenti destinati alle imprese europee nell’intento che le implicazioni poste dalle etichette intelligenti sul piano della protezione dei dati siano trattate prima della loro massiccia introduzione sul mercato.
L’accordo siglato ieri, in collaborazione con l’Enisa (Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione), è parte integrante dell’attuazione di una raccomandazione della Commissione adottata nel 2009 che prevede, tra le altre indicazioni, che le etichette intelligenti utilizzate siano disattivate, automaticamente e gratuitamente, al momento dell’acquisto di prodotti che le contengono, a meno che il consumatore chieda esplicitamente che siano mantenute in funzione.
Sulla loro utilità non ci sono dubbi: la presenza di radioetichette RFID in oggetti quali telefoni cellulari, computer, frigoriferi, libri elettronici e automobili può offrire molti vantaggi per le imprese, i servizi pubblici e i prodotti di consumo: ad esempio, rendere i prodotti più affidabili, migliorare l’efficienza energetica e i processi di riciclaggio, pagare i pedaggi autostradali senza la necessità di fermarsi ai caselli, abbreviare i tempi di attesa per i bagagli negli aeroporti e ridurre l’impronta ecologica di prodotti e servizi. Tuttavia questi dispositivi possono mettere a repentaglio la tutela della sfera privata, della sicurezza e dei dati, rischiando di esporre i nostri dati personali (uno tra i tanti, la nostra ubicazione) all’accesso non autorizzato da parte di terzi. (Fonte CertineWs)