Anche l’albero di Natale ha il suo impatto ambientale e vale la pena riflettere su quale sia il meno invasivo. Uno studio di Lifegate analizza il ciclo di vita dei diversi alberi perché anche l’albero di Natale ha il suo peso sull’ambiente.
A fare una comparazione tra i diversi alberi in commercio ci ha pensato Lifegate con uno studio per Reno De Medici realizzato con il metodo LCA – Life Cycle Assessment. La ricerca ha tenuto conto dell’intero ciclo di vita dell’oggetto, dall’approvvigionamento delle materie prime sino allo smaltimento, passando per la produzione, l’imballaggio e la distribuzione.
Ebbene, il peggiore risultato è stato conseguito dall’albero di Natale di plastica, cioè con una struttura metallica e “aghi” in PVC (altezza 120 cm), che genera circa 21 kg di CO2; i modelli realizzati in fibra polietilenica (PE), invece, genera circa 12 Kg di CO2. L’albero di Natale in cartoncino riciclato ha dato il risultato più basso in emissioni, con solo circa 2 kg. Se tutti i 5 milioni di alberi di plastica venduti in Italia durante le festività natalizie venissero sostituiti da alberi in cartone riciclato si risparmierebbero tra le 20 mila e le 70 mila tonnellate di CO2.
Altro discorso per gli alberi veri. Gli abeti che verranno commercializzati in questo periodo in Italia sono circa 6 milioni, con un giro di affari dell’ordine dei 150 milioni di euro. E’ quanto rileva il Corpo forestale, che offre consigli sul suo sito su come smaltire gli abeti dopo l’Epifania. Secondo gli esperti di Pefc Italia, gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni di alberi create per questo scopo, che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. L’importante, spiega Pefc, è controllare il tagliando dell’albero per sincerarsi che provenga da boschi gestiti in modo sostenibile.
CertineWs/MGD