Rating ospedaliero per costruire gli standard della sanità

Un pugno di regioni eccellenti conquista la promozione a pieni voti: Toscana, Veneto ed Emilia Romagna – sui 28 indicatori più importanti (dei 34 complessivi), fanno il pieno di ottime e buone performance -. Altre, un drappello concentrato al Centro-Nord, raggiunge la sufficienza. Ma ben nove, dal Lazio in giù, non superano il 50% di voti positivi. Tra queste ci sono vere e proprie bocciature: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Regioni già note per casi di malasanità e bilanci sanitari in deficit, tanto che le prime tre sono state commissariate dal governo. A dimostrazione che la cattiva sanità costa più di quella buona. Una frattura Nord-Sud, con enormi variabilità anche all’interno di una stessa regione, che diventa sempre più evidente se si snocciolano uno per uno i dati raccolti dalla Scuola Sant’Anna di Pisa per il Ministero della Salute. È indubbio, comunque, che voti e pagelle saranno sempre più importanti. Non solo per incentivare regioni e ospedali a migliorare. Ma perché da questi dati si partirà, lo ha assicurato lo stesso Ministro Fazio, per provare a costruire i costi standard della sanità annunciati dalla riforma del federalismo fiscale: e chi non si adeguerà ai migliori resterà indietro anche sui finanziamenti. (Fonte CertineWs)

 

 

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