Referendum nucleare, Giappone apre Tg con risultato italiano

Approfondimenti e discussioni, reazioni politiche e commenti della gente comune, hanno trovato spazio sui principali network: dalla pubblica Nhk alle private Tbs e Tv Asahi. Su quasi tutti i quotidiani la notizia ha avuto richiamo in prima e servizi nelle pagine degli esteri. Il premier Silvio Berlusconi ha annunciato «la propria sconfitta, commentando che l’Italia probabilmente abbandona i progetti di nucleare, per cui sarà necessario» un impegno nello sviluppo «delle energie rinnovabili», ha scritto lo Yomiuri Shimbun, il più diffuso quotidiano al mondo con oltre 15 milioni di copie. «Dopo Svizzera, Germania e ora Italia, c’è la possibilità che l’opinione pubblica contraria al nucleare si allarghi anche in altri paesi europei», fino al governo di Nicolas Sarkozy, «che invece mantiene le proprie centrali in un Paese come la Francia che dipende per l’80% dal nucleare». «Un duro colpo per il governo Berlusconi, che mirava a non raggiungere il quorum», ha osservato l’Asahi Shimbun, per il quale il discorso nucleare è ormai accantonato. «Sarà ora necessario valutare nuove soluzioni per l’impiego più efficiente di energie alternative e l’acquisto di energia da altri Stati», ha notato il quotidiano finanziario Nikkei, ricordando l’uscita dell’Italia dal a seguito dell’ incidente di Cernobyl del 1986. Puntando l’accento sulla differenza dei costi dell’elettricità tra Italia (13,7 euro per 100 Kw/h) e la media europea (10,2 euro), il «voto referendario avrà un impatto anche sulle politiche energetiche mondiali». Alla conferenza Aiea sulla sicurezza nucleare di fine giugno «aumenteranno gli Stati che si muoveranno per l’abbandono del nucleare. Si prevede un serrato dibattito con il Giappone, che spiegherà la propria posizione di mantenimento dell’energia nucleare».

ROMANI, GIÀ AL LAVORO SU PIANO ENERGIA, RINNOVABILI E EFFICIENZA
«Stiamo già lavorando da tempo ad un nuovo pinao energetico che punti su rinnovabili e sull’efficienza energetica». Ad affermarlo in un’intervista a «La Stampa» è il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che, commentando il risultato del referendum, ricorda: «Dal punto di vista dei quesiti più vicini alle mie competenze, sono stato proprio io il primo a dire che dopo la vicenda giapponese occorreva una pausa di riflessione». «Riflessione -continua Romani- che ha portato ad una moratoria e per ultimo all’abrogazione della legge sulla ripresa della strategia nucleare nel nostro Paese. Abbiamo dunque anticipato il volere degli italiani sul nucleare».
«Lavoreremo perchè la quota nucleare si annulli completamente, come avevamo già deciso abrogando la norma», ha aggiunto Romani. «Faremo, a mio avviso, una strategia energetica che ha bisogno di una conferenza nazionale dell’energia -ha proseguito- in base a questa sarà fatta una nuova suddivisione delle fonti, ovviamente la parte riservata alle rinnovabili sarà molto più ampia». Quanto al gas il ministro per lo Sviluppo economico ha sottolineato che «il fossile già oggi rappresenta il 94% e continuerà a fare la sua parte ma ci sono altre fonti come le biomasse e la geotermia». (fonte CertineWs)

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